IL SITO DEL PRESIDIO DI OPERA E' UNA CARICATURA DEI PROBLEMI LEGATI ALL'INTEGRAZIONE DEGLI IMMIGRATI NELLA SOCIETA' MODERNA.

SOTTO: LA STORIA DEL PRESIDIO DI OPERA, UN ANNO DOPO.

Dal 21 dicembre 2006 al 12 febbraio 2007 riassunta con gli articoli di giornale più significativi (spesso falsi) ed i comunicati stampa, per non dimenticare:

VERGOGNA, non possiamo permettere questo!

9 GENNAIO 2007: LA VICENDA DEL ROM ESPULSO AGITA ANCORA LE ACQUE

I cittadini del Presidio aumentano e le proteste si fanno sempre più forti. Dovevano essere tutti onesti lavoratori che non avrebbero creato alcun problema al paese eppure, dopo due settimane di permanenza, gli operesi si sono già fatti un idea degli ospiti del campo.
Innanzitutto gli uomini non lavorano ma trascorrono il loro tempo a giocare al calcio sul pratone dell'area circense oppure ai videopoker nei bar del paese.
Molte donne al mattino vanno in città, a elemosinare dicono i maligni, certamente al loro ritorno portano sempre sacchi pieni di roba.
I presidianti segnalano appunto anche strani traffici con persone esterne al campo con le quali gli ospiti scambiano spesso pacchetti che lasciano in terra dietro una siepe.
La vicenda del pestaggio scuote gli animi poichè viene trattata oggi, due giorni dopo, sui giornali che danno enfasi all'accaduto ma nei termini diffusi da Comune e Casa della carità. Secondo la gente le cose non sono proprio andate come divulgato dai mass media ma, oramai abituati alle menzogne giornalistiche, quello che sempre più fa arrabbiare i cittadini è come il Sindaco Ramazzotti continui a giustificare ogni aspetto negativo del campo rom mentre, al contrario, continui a condannare con toni aspri l'atteggiamento dei suoi amministrati.
Intanto prosegue la raccolta di firme per chiederne le dimissioni. I presidianti fanno sapere di essere a circa duemila firme già raccolte al presidio.

la Repubblica 9 gennaio 2007 di ZITA DAZZI
Don Colmegna: chi sta qui ha firmato un patto, se lo trasgredisce se ne va
Sale la tensione intorno alla tendopoli
La donna (cinque giorni di prognosi) accolta con i bimbi in una comunità milanese
Espulso dal campo nomadi perché violento e ubriacone. Dopo aver colpito con un pugno e mandato all´ospedale la moglie Gina, 32 anni, madre dei suoi tre figli, il rom conosciuto alla tendopoli di Opera come Costantino, anche lui trentaduenne, è stato allontanato e diffidato dal farsi rivedere in zona. La donna, medicata e dimessa ieri dall´Humanitas con una prognosi di 5 giorni, è stata accolta con i bambini in una comunità milanese.A Opera, dopo questi fatti, il clima è teso. Soprattutto al presidio degli abitanti che protestano contro l´insediamento. Il numero di cittadini è aumentato e di nuovo la loro richiesta alle forze dell´ordine è per uno sgombero al più presto. Ma anche dentro al campo c´è tensione. Oggi sarà don Virginio Colmegna a spiegare in assemblea ai 70 rom della tendopoli il perché di un provvedimento così risoluto: «Chi sta in questo accampamento ha firmato un patto di legalità che lo impegna a non avere atteggiamenti violenti e a non bere alcolici. Chi trasgredisce viene allontanato, questi erano e sono i patti». Dello stesso parere l´assessore ai servizi sociali del Comune di Milano, Mariolina Moioli, che in questi giorni sta gestendo un´altra delicata partita, la lenta sistemazione del campo in via Triboniano. «Per gente che usa le mani contro le donne non c´è posto nelle nostre strutture», dice. E il sindaco di Opera, Alessandro Ramazzotti, in prima linea per difendere l´operazione tendopoli nonostante le contestazioni dei suoi concittadini, aggiunge: «L´episodio non deve essere strumentalizzato dalla minoranza di centrodestra. Quel che è successo dimostra che il patto di legalità funziona».Intanto, dalla Regione, il consigliere Luciano Muhlbauer, di Rifondazione, denuncia: «Per accontentare la Lega la giunta vuole cambiare la legge sul territorio e vincolare la realizzazione di nuovi campi nomadi al parere di tutti i Comuni confinanti. Questo paralizzerà il tentativo di distribuire in piccoli gruppi i rom ammassati nel capoluogo». Gli replica l´assessore regionale al Territorio, il leghista Davide Boni, rivendicando «l´alto valore sociale e istituzionale delle modifiche che ho personalmente proposte affinché ogni Comune si prenda le sue responsabilità davanti ai cittadini». La modifica verrà discussa in commissione entro fine mese, poi, se approvata, andrà in aula. Prosegue, intanto, la bonifica di via Triboniano. I tecnici stanno cablando i container del Comune destinati ad accogliere i circa 500 romeni che abitano la favela.

Nessun commento: