IL SITO DEL PRESIDIO DI OPERA E' UNA CARICATURA DEI PROBLEMI LEGATI ALL'INTEGRAZIONE DEGLI IMMIGRATI NELLA SOCIETA' MODERNA.

SOTTO: LA STORIA DEL PRESIDIO DI OPERA, UN ANNO DOPO.

Dal 21 dicembre 2006 al 12 febbraio 2007 riassunta con gli articoli di giornale più significativi (spesso falsi) ed i comunicati stampa, per non dimenticare:

VERGOGNA, non possiamo permettere questo!

15 GENNAIO 2007: DISORDINI AL PRESIDIO A CAUSA DEGLI INCAUTI "VOLONTARI"

Il clima al Presidio diventa giorno dopo giorno più teso per via delle provocazioni che i cittadini subiscono dai volontari ogni qual volta, all'ingresso del campo, si rivolgono con arroganza alla polizia che dovrebbe, a loro dire, cacciare via la gente che manifesta e non controllare i documenti di rom e volontari che entrano.
Proprio la sera del 15 gennaio arrivano al campo i soliti provocatori di estrema sinistra, come se il paese non fosse per il 64% degli elettori un Comune di centrosinistra, ed entrano nel campo per fare musica con i rom.
Nessuno reagisce nonostante le provocazioni all'ingresso ma, stremati dal freddo e provati dalle persecuzioni psicologiche dell'amministrazione, della parrocchia e dei mass media i presidianti cominciano ad infastidirsi poiché i ragazzi della "banda degli ottoni" suonano all'interno del campo per festeggiare una comunità che non è riconosciuta tale in quanto imposta in sfregio alle proteste cittadine.
I presidianti restano comunque tranquilli come sempre ma avvisano la polizia, che nel frattempo si rende conto della crescita di tensione tra la gente, che i musicisti rossi e la loro accompagnatrice che provoca ogni volta che passa tra le persone del presidio non passano più da quella parte.
Se vorranno andare a casa faranno il giro largo da cui passano le persone invise ai cittadini.
Non i rom, loro hanno libero accesso e sovente sostano a confrontarsi con gli operesi di guardia al campo in quanto nessun presidiante ce l'ha mai avuta con loro.
Giunge altra polizia in tenuta antisommossa e finiscono di suonare i musicisti. L'Assessore Armelloni, sentita puzza di tensione oppure annoiato dalla serata con i nomadi, non è già più al campo.
Si tratta con la Polizia per ribadire con fermezza che i provocatori devono passare dal retro e non dall'ingresso principale al campo.
Il funzionario di Pubblica Sicurezza invece decide, essendo gli accompagnatori dei musicisti intenzionati a non girare largo, di creare un cordone di poliziotti e carabinieri e farlo attraversare dalla banda degli ottoni e dai loro accompagnatori.
Poche persone, una decina forse, che vengono umiliate oltremisura dagli agenti che li costringono a questa esperienza indegna causata dall'Assessore di rifondazione comunista e dalla loro accompagnatrice, anch'essa di chiara estrazione estremista e pagata dal Comune, che li utilizzano per questa messa in scena.
Così si crea una situazione di confusione dove anche chi non ha capito cosa succede si fa l'idea che chi passa da li debba essere in qualche modo un nemico.
Piovono insulti da tutte le parti e forse qualche spinta ai poliziotti che non fanno avvicinare la gente ed infine, finiti gli agenti del cordone, una finta rincorsa che qualche cittadino un pò più esagitato mette in atto per fare fuggire gli ospiti indesiderati. Niente di più che una dimostrazione a chi continua a provocare e riesce a farlo anche con questo sistema.
Potevano fare il giro largo, un km invece di cento metri, come la Polizia aveva cercato di fargli fare recependo le intenzioni della gente ma inspiegabilmente non vi è stata l'imposizione del funzionario che oltretutto non ha previsto che, seppure numerosi i suoi uomini, il cordone degli agenti sarebbe finito.
Alcuni cittadini, tra cui il sottoscritto, si sono comunque allontanati di un centinaio di metri dal punto in cui andava in scena questo triste episodio proprio per non avere condiviso l'operato della Polizia ed il rischio che stavano correndo i cittadini operesi, e non solo, a causa di questa leggerezza del funzionario preposto al comando.
dal sito carta.org 1 marzo 2007 parlano Laura e i musicisti
«Quello era un campo di musicisti. Io avevo paura quando uscivo da lì la sera, e non certo dei rom ma dei miei concittadini. Avevo paura di quelli che per anni ho incontrato in chiesa» racconta Laura, del Comitato «Festa dei popoli», che nel campo ha lavorato. Una sera di gennaio, la Banda degli ottoni ha chiesto di suonare nel campo. Racconta Igor, che della Banda fa parte e ha suonato in Chiapas, Bosnia, Israele e Palestina: «Per entrare senza passare per il presidio, siamo stati scortati dai vigili urbani dentro un varco nella rete cui si arrivava attraverso una stradina di campagna. Volevamo regalare un po’ di musica soprattutto ai bambini, e quasi subito hanno iniziato a suonare anche i rom». Ma la festa è durata poco: « Un po’ perché la polizia aveva fatto entrare noi a patto che la festa fosse ‘chiusa’ ai cittadini di Opera–spiega Igor–Un po’ perché dal presidio hanno iniziato a lanciare petardi, a fare rumore. Si sono messi con le fiaccole in mano lungo la rete che circondava il campo, urlavano. Un atteggiamento così violento non l’ho visto nemmeno da parte dei coloni israeliani nei Territori occupati».
da un esposto ai Carabinieri di Opera del 30 gennaio 2007 da parte di Ettore Fusco
Da organi di stampa nazionale apprendo di denuncia fatta verso ignoti da un gruppo di volontari che, stando alla fonte suddetta, avrebbero subito una aggressione da alcuni cittadini operesi non identificati che presidiano l’area circense.
L’aggressione subita dai volontari che uscivano dal campo nomadi dell’area circense di Via Marcora, dopo aver suonato per allietare la serata dei Rom, si sarebbe consumata in pochi minuti con un inseguimento da parte di cittadini del presidio (eppure vi erano decine di agenti di polizia e dei carabinieri) e con il danneggiamento delle auto in sosta dei volontari.
Da Punto e Linea, giornale locale vicino all’Amministrazione, apprendiamo invece che il gruppo di volontari ha pubblicato, sullo stesso, un resoconto della vicenda (probabilmente antecedente la denuncia ai carabinieri - se denuncia c’è stata) firmandosi “il gruppo coinvolto nei fatti e altri cittadini increduli”.
Sul giornale operese, numero di gennaio 2007, si cita: “La cosa che tuttavia risulta più indigesta è la constatazione di quanto poco le autorità abbiano saputo garantire la nostra incolumità e il rispetto della legalità, evitando solo per un soffio che qualcuno ci seguisse fino alle auto, certamente con intenzioni molto poco pacifiche”.
In questa giungla di verità si inserisce questo esposto che vuole essere solo la denuncia di due versioni discordanti rese da un gruppo di persone che si sono sentite vittime di un aggressione che, nel caso della denuncia ai carabinieri si è svolta in un certo modo, molto più grave di quanto realmente accaduto, con il danneggiamento delle auto delle presunte vittime stesse mentre nel loro resoconto al giornale (ripeto, probabilmente stilato antecedentemente alla denuncia, forse, strumentale e non fatta direttamente dai cittadini in questione) si dice chiaramente che non sono stati seguiti fino alle auto e quindi, evidentemente, nessun danno è stato provocato alle stesse.
Per quanto sopra esposto, mi rimetto alle autorità competenti affinché procedano a norma di legge nei confronti di eventuali colpevoli di reati che possano essere ravvisati dalla mia esposizione dei fatti e dalle relative, quanto necessarie, indagini che auspico siano svolte in merito.

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