IL SITO DEL PRESIDIO DI OPERA E' UNA CARICATURA DEI PROBLEMI LEGATI ALL'INTEGRAZIONE DEGLI IMMIGRATI NELLA SOCIETA' MODERNA.

SOTTO: LA STORIA DEL PRESIDIO DI OPERA, UN ANNO DOPO.

Dal 21 dicembre 2006 al 12 febbraio 2007 riassunta con gli articoli di giornale più significativi (spesso falsi) ed i comunicati stampa, per non dimenticare:

VERGOGNA, non possiamo permettere questo!

19 GENNAIO 2007: LO SBARCO DEI MILLE

Con queste parole viene definita la gigantesca manifestazione cittadina che porta almeno mille operesi al presidio. I presidianti sono più di mille, per una sera tutti insieme, il dieci per cento delle persone attive del nostro paese. Rapportato a livello nazionale sarebbe come portare cinque milioni di italiani a Roma per una manifestazione, qualcosa di eccezionale.
Opera è blindata, centinaia di agenti delle forze dell'ordine che presidiano il territorio e chiudono qualsiasi via d'accesso alla residenza del Sindaco Alessandro Ramazzotti.
Oggi in Prefettura si sono incontrate le istituzioni ed i rappresentanti dei cittadini con il Sindaco Ramazzotti che, come al solito, ha già i manifesti da affiggere prima che le decisioni siano prese a dimostrazione di quanto inutili e false siano tali iniziative.
Il Prefetto, ci dicono, ha garantito che entro il 31 marzo i rom andranno via ed oggi è stato indicato il luogo dove andranno a stare. Ma nessuno lo comunica ai cittadini per questioni di sicurezza.
Alle 21 ha inizio la protesta cittadina in Via Emilia. Davanti alla scuola elementare, dove sono presenti anche l'Europarlamentare Mario Borghezio e l'Assessore Regionale Davide Boni entrambi della Lega Nord, prendono la parola Ileana Zacchetti come presidiante che ha partecipato alla riunione in Prefettura, Pino Pozzoli Consigliere di AN ed Ettore Fusco anche lui Consigliere operese della Lega Nord.
Dai tre relatori operesi l'esposizione dei fatti è affidata alla presidiante Zacchetti che ha potuto assistere all'incontro con le istituzioni, al Consigliere Pozzoli che invita comunque a tenere alto il livello di guardia ed a continuare con il presidio che garantisce il rispetto dei patti ed, infine, è Fusco che contesta maggiormente il fatto che nessuno dica dove spostano l'accampamento.
Sempre dal capogruppo operese del Carroccio giunge la notizia, saputa pochi minuti prima da una giornalista della Repubblica, che i rom sono stati portati via con i bagagli per paura che i cittadini possano assaltare il campo e devastarlo.
Una vergognosa ed ingiustificata azione di propaganda che crea solo nervosismo tra la gente che è stanca di essere strumentalizzata e definita xenofoba, razzista, fascista e bollata soprattutto da Rai 3 leghista nella speranza che il paese, prevalentemente di sinistra, si dissoci dalla protesta.
Ma ad ogni azione di questo tipo aumenta la protesta, sale il consenso per chi si batte e sacrifica se stesso ed i propri interessi professionali e familiari per il bene comune ed aumenta il disprezzo verso i mass media, le istituzioni ed il Sindaco Ramazzotti in particolare.
Più di mille persone sfilano per Opera e giungono ordinatamente alla rotonda davanti al presidio dove si parla ancora. Questa volta sono prima Boni e Borghezio a giurare battaglia fino alla vittoria della gente sulle istituzioni prepotenti ed arroganti e poi ancora Fusco a chiudere la grandiosa giornata di protesta popolare con i ringraziamenti al popolo in rivolta che, oggi più che mai, ha dimostrato un senso civico singolare ed esemplare in una nazione oramai giunta ad un livello tale di remissività ed impotenza derivanti dalla cultura di sottomissione, che tanti anni di politica centralista e statalista hanno prodotto, attraverso la colonizzazione della classe dirigenziale del mondo politico e della pubblica amministrazione.
La rivolta continua, più forte di prima.

Dal Corriere della Sera 20 gennaio di Paolo Foschini
Alla Casa della carità incontro con Milly e Massimo Moratti. De Corato: segnale anche per Triboniano
Vertice in Prefettura. Trasferimenti anticipati rispetto alle previsioni
La scadenza per la decisione era ieri. L'avevano promessa e verso l'una e mezza, finita la riunione in Prefettura, hanno potuto comunicare ufficialmente che la «crisi» della tendopoli di Opera sembra avviarsi per davvero a soluzione: «La tendopoli sparirà e i settanta rom del campo di Opera se ne andranno, così come era previsto». Dove? «Distribuiti in giro, tra Milano e diversi altri Comuni della Provincia»: alcuni in affitto, altri in microcomunità, altri ancora torneranno in Romania. Quando? «Molto prima del 31 marzo, che era il limite fissato. Anzi contiamo di risolvere tutto con almeno due o tre settimane di anticipo». Fine del primo tempo, palla al centro.Perché mentre il prefetto Gian Valerio Lombardi e il sindaco operese Alessandro Ramazzotti annunciavano all'unisono la soluzione ormai raggiunta («giusto i tempi tecnici per renderla operativa»), per don Massimo e i volontari della Casa della Carità iniziava la preparazione di un secondo tempo più frizzante, andato in scena ieri sera in contemporanea con l'ennesima manifestazione antinsediamento organizzata a Opera dalla Lega: manifestazione rimasta senza bersaglio poiché in quel momento i rom del campo erano già stati prelevati da un pullman per andarsene appunto a cena alla Casa della Carità, dove hanno festeggiato con Massimo Moratti e sua moglie Milly l'inaugurazione ufficiale dell'Inter club «Non violenti per passione». Il dettaglio da segnalare è che, essendo rimasti scottati già una volta da chi a Opera gli aveva bruciato le tende prima di Natale, ieri hanno preferito non fidarsi e — anche solo per quelle poche ore di festa e cena — si sono portati dietro tutte le loro cose, vestiti e giocattoli dei bambini compresi: «Non si sa mai». Dopodiché largo a fisarmoniche chitarre e gran sarabanda alla Bregovich.«Essere qui — dice Moratti — è un modo per stare con chi non ha la fortuna di vivere tranquillamente. Sappiamo che la soluzione di questi problemi è difficile, ma occorre raggiungerla con l'impegno di tutti». «Del resto — ammicca don Virginio Colmegna — anche le squadre di calcio sono piene di nazionalità diverse». «Beh, noi ci chiamiano addirittura Internazionale...».E commentando l'avvio a soluzione del «caso Opera» il vicesindaco Riccardo De Corato conclude: «Di fronte a chi alza i toni della polemica e propone soluzioni irrealizzabili l'unica risposta è il pragmatismo. Il buon esito della vicenda di Opera è di buon auspicio anche per la questione di Triboniano».
IL COMUNICATO DEL PRESIDIO:
OPERA, LO SBARCO DEI MILLE! tanti erano i cittadini ieri sera ad udire in piazza le risposte ricevute dalle istituzioni.
Nonostante le false notizie di certi giornali e telegiornali, che definivano la nostra protesta una "manifestazione della Lega contro i rom" oppure che paventavano contromanifestazioni di "rifondazione comunista e centri sociali", almeno mille operesi si sono trovati in Via Emilia, ieri sera, ed hanno sfilato per le vie cittadine sino a raggiungere l'area circense sede dell'accampamento dei nomadi.
Manifestazione pacifica dove Ileana Zacchetti ha esordito riportando ai presenti quanto udito in prefettura all'incontro con le istituzioni, Pino Pozzoli ha poi invitato i cittadini a mantenere alta la guardia ed a non mollare il presidio nonostante le promesse, un pò vaghe, del Prefetto.
Ettore Fusco ha scaldato infine la platea rilevando come nulla sia cambiato rispetto a ieri, se non in peggio! Infatti sono arrivati segnali di allentamento dei controlli verso chi entra al campo e la paura dei cittadini del presidio è proprio quella che al 31 marzo, quando si sfratteranno gli attuali rom, ci saranno nell'area circense molti altri ospiti abusivi che nessuno allontanerà.
Ci sarebbe bastato sapere che non li avrebbero ricollocati nel raggio di una decina di km e avremmo avuto maggior fiducia nelle istituzioni, parole senza contenuti non ci bastano, non crediamo più a nulla ed, in particolare, siamo indignati per il comportamento del Sindaco Ramazzotti che ogni giorno dirama comunicati stampa, o affigge manifesti su tutto il paese, sputando veleno sui cittadini operesi che si sono ribellati alle sue scelte ed, in particolar modo, su Ettore Fusco e Pino Pozzoli rei, secondo lui, di avere ogni tipo di responsabilità (compreso la burla dei cortili da destinare alle famiglie dei parenti ROM) nella vicenda.
Ancora stamane, dinanzi ai capigruppo consiliari (quindi testimoni), insisteva sulla tenuta da sommossa che il Consigliere della Lega Fusco avrebbe indossato durante il famoso consiglio del 21 dicembre: mimetica e anfibi! Eppure Fusco (vestito in ben altro modo come documentabile da foto e testimoni) con Pozzoli era in aula quando s'è sviluppato l'incendio, il Sindaco Ramazzotti invece dov'era?

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