IL SITO DEL PRESIDIO DI OPERA E' UNA CARICATURA DEI PROBLEMI LEGATI ALL'INTEGRAZIONE DEGLI IMMIGRATI NELLA SOCIETA' MODERNA.

SOTTO: LA STORIA DEL PRESIDIO DI OPERA, UN ANNO DOPO.

Dal 21 dicembre 2006 al 12 febbraio 2007 riassunta con gli articoli di giornale più significativi (spesso falsi) ed i comunicati stampa, per non dimenticare:

VERGOGNA, non possiamo permettere questo!

PRESIDIO in Via Treccani degli Alfieri

Opera, 31 ottobre 2007
Ieri sera erano molti gli operesi presenti al presidio per la LEGALITA' in Via Treccani degli Alfieri dove Telenova aveva piazzato le telecamere per una diretta televisiva con alcuni politici in studio. L'accampamento abusivo al Ticinello dista dal nostro paese cinque kilometri ma l'Assessora Provinciale Corso pare non abbia gradito la nostra presenza quasi non fosse motivata ed ha persino fatto illazioni pesanti su quanto accaduto a Opera il 21 dicembre. Come se lei sapesse cosa è successo e chi ha devastato il campo. Speriamo l'abbia sentita qualche magistrato e possa interrogarla. Del resto l'abbiamo sempre sostenuto anche noi che siano state squadracce della sua parte politica che volevano alimentare la tensione e provocare quegli scontri sociali che, purtroppo per loro, non si ripetono dagli anni settanta. Ottima la diretta televisiva che ha dato la possibilità ai telespettatori di udire vergognose parole da un sindacalista CGIL che si preoccupa più dei rom che dei lavoratori, dalla comunista italiana Corso che faceva notare come a Opera il campo cominciava a funzionare sottolineando appunto la non temporaneità di quell'insediamento che nelle loro intenzioni sarebbe diventato un "villaggio della solidarietà", dal rappresentante dell'Opera Nomadi, sganciato dalla realtà e con una visione dei nomadi tutta sua, nonostante le stesse immagini che scorrevano non fossero troppo edificanti per i rom.

Dalla parte dei cittadini Matteo Salvini, Capogruppo della Lega Nord a Milano Giovanni De Nicola, Consigliere Provinciale di AN ed alcuni consiglieri di zona presenti al presidio tra cui il leghista Alessandro Morelli. La Ferretto di AN, Consigliera Regionale, dal canto suo si è mostrata piuttosto confusa sulle proposte. Del resto è un problema del suo partito che oramai, ideologicamente alla deriva, si ritrova ad essere favorevole a tutto quello che fino a poco tempo fa combatteva. Neppure il Consigliere di zona, il più combattivo finiano al presidio, del resto ne condivideva le parole. Tra le eresie della bionda consigliera la proposta di regolarizzare, oltre tutti gli zingari oramai italiani (seppure in campi abusivi), un irregolare ogni mille residenti. Assurdo, lo facciano pure... ma in Romania!

Un ringraziamento agli operesi presenti che hanno effettivamente recepito le indicazioni di chi cercava di convincerci che potevamo dormire sonni tranquilli con il campo di Ramazzotti poiché i rom, secondo loro, non delinquono vicino al campo di appartenenza. Per questo eravamo in Treccani degli Alfieri a cinque kilometri da Opera dai nostri potenziali "visitatori". Dei nostri al Presidio c'erano: Fabrizio, Maurizio, Giuseppe, Alessandra, Ettore, Salvatore e Renato.

OPERA GAGIA ALL'AUDITORIUM SAN FEDELE

30 ottobre 2007 - Opera Gagia - Prosegue il ciclo “Contro l’identità contro”
con un docu-film sui rom di Opera Milano (MI)
Auditorium San Fedele Via Hoepli 3/B - Milano
proiezione
Opera Gagia - Prosegue il ciclo “Contro l’identità contro” con un docu-film sui rom di Opera
Martedì 30 ottobre Popoli organizza una serata tutta dedicata alla cultura rom con la proiezione del documentario Opera Gagia, di Antonio Bocola (regista di Fame Chimica). Il documentario racconta l'arrivo di un gruppo di rom, nel dicembre 2006, nel comune di Opera e le reazioni della popolazione. La proiezione del video, prodotto dalla Provincia di Milano, sarà seguita da un dibattito con la partecipazione dello stesso regista, di Tommaso Vitale, docente di Sociologia nell'Univeristà di Milano-Bicocca, di esponenti dell'associazionismo e rappresentanti delle comunità rom di Milano.
L'evento, realizzato in collaborazione con il mensile di ricerca e intervento sociale Aggiornamenti Sociali, avrà luogo nell'Auditorium San Fedele, in via Hoepli 3/B, a Milano.
La serata è a ingresso libero.
L'iniziativa è il secondo appuntamento del ciclo di incontri che Popoli, il mensile internazionale dei gesuiti, propone con l'obiettivo di incontrare e conoscere le diverse culture presenti sul nostro territorio. Lo scopo è andare oltre la frequente strumentalizzazione del concetto di identità, usato per giustificare arroccamenti e chiusure. "Contro l'identità contro", questo il titolo della serie di serate, rifiuta questo approccio e intende invece promuovere una "identità aperta": aperta a conoscere, riflettere, con-vivere.
Il ciclo si è aperto con lo spettacolo di "cabaretnico" Strangers in the night, realizzato dagli attori stranieri del laboratorio di Zelig Cabaret, e si concluderà mercoledì 7 novembre con una tavola rotonda dedicata all'incontro-scontro tra Occidente e Islam. Gli eventi hanno il contributo della Provincia di Milano e di Banca Etica e il patrocinio della Regione Lombardia.
Per maggiori informazioni:
Marta Zanella
02.86.352.1
popoli@popoli.info
http://www.popoli.info

APPIGNANO DEL TRONTO, VERGOGNA ED INDIGNAZIONE

Dal Presidio di Opera giunge la solidarietà alle famiglie delle vittime di Marco Ahmetovic il rom che, alla guida ubriaco del suo furgone, si rese colpevole della morte di quattro giovani nel mese di aprile. Oggi il Signor Ahmetovic soggiorna in un residence in riva al mare dove si fa ritrarre mentre fuma sigarette in terrazza sotto il sole della riviera marchigiana e dove guarda la televisione e scrive le sue memorie al computer. Naturalmente un simile trattamento alla gente del posto, che chiederebbe addirittura la pena di morte, non va certo giù. La condanna a sei anni e mezzo di vacanze forzate nel residence di Porto d'Ascoli non l'hanno certo gradita i conoscenti ed i familiari dei quattro giovani che anche via internet gridano vendetta.
Passi per l'infamia della sentenza di quella stessa magistratura che perseguita gente innocente che protesta contro l'illegalità al proprio paese, è il caso di Opera e del suo Presidio che ha scacciato il campo nomadi con i relativi strascichi giudiziari, ma proprio le parole del Sindaco rasentano l'istigazione a delinquere; contro lei stessa: "Attenti - dice Nazzarena Agostini Sindaco di Rifondazione Comunista - perchè c'è Forza Nuova che soffia sul fuoco e di questo passo chissà come andrà a finire".
Tutto questo perchè i cittadini del suo paese, gli appignanesi, proprio non hanno digerito la tragica morte di quattro di loro ed il seguente trattamento con i guanti riservato al rom colpevole di quella strage. I cittadini protestano e chiedono giustizia e lei, Sindaco di Appignano rea di non avere ascoltato la gente quando chiedeva che venissero mandati via i rom, cosa dice? "Attenti perchè c'è Forza Nuova", incredibile!
Passino tutte le scuse addotte per la propria incompetenza ed inadempienza nel gestire insediamenti abusivi nel proprio territorio, ma addirittura allertare la gente verso un falso pericolo che, detto da chi non è certo di estrema destra, è mille volte meno consistente rispetto alla presenza dei rom, dello Stato e dei Sindaci comunisti!
AGGIORNAMENTO: TRASFERITO IN CARCERE IL ROM

COMUNICATO STAMPA: LA PM BARBAINI CHIEDE IL RINVIO A GIUDIZIO PER ETTORE FUSCO.

Opera, 12 ottobre 2007
Ettore Fusco è sconvolto anche dalla sola ipotesi che possa essere processato per avere detto che la solidarietà ai nomadi non è interesse dei cittadini di Opera e che il Sindaco Ramazzotti se voleva fare missioni umanitarie se le poteva fare in casa sua, con i suoi soldi.
Il leader della protesta di dicembre contro l’insediamento di un campo nomadi a Opera è stato proposto, dalla PM Laura Barbaini che ha concluso le sue indagini, per un rinvio a giudizio che prelude un processo annunciato nei confronti del Consigliere Fusco della Lega Nord reo di avere espresso le proprie idee in Consiglio Comunale. Nessuna giuria popolare potrebbe mai contestare neppure una virgola del suo discorso, in quella sede istituzionale, in cui è rimasta circoscritta la protesta dei cittadini di Opera.
Le intenzioni del leghista, messe poi in atto a partire dalle ore successive a quelle in cui ignoti avrebbero dato alle fiamme le tende nella sera del 21 dicembre del 2006, erano quelle di presidiare l’area antistante il campo in allestimento per evitare che si potesse insediare un campo nomadi senza almeno dimostrare la contrarietà della cittadinanza.
Il campo era stato voluto dal Sindaco di Milano Moratti e da quello di Opera Ramazzotti con il supporto del Presidente della Provincia Penati e del Prefetto di Milano.
Siamo indignati per come sia stata portata avanti l’indagine sottovalutando le ragioni di Fusco che è stato ascoltato dalla PM solo venerdì scorso su richiesta dei legali dell’imputato che, altrimenti, non sarebbe neppure stato sentito in merito alla vicenda.
E’ parere del Consigliere Fusco che si sia tramato alle sue spalle al fine di preconfezionare un mandante politico, con il supporto di testimonianze e relazioni agli atti processuali senza alcun fondamento di verità, ed altri otto responsabili di reati minori da indicare quali esecutori materiali del reato più odioso da digerire. Gli operesi non hanno incendiato nulla né tanto meno sono razzisti, come dai mass media sono stati dipinti per tutta la durata del presidio anti rom.
Se oggi Opera è ancora un Paese dove il livello di sicurezza è accettabile il merito va dato a quelle persone, Fusco in prima linea, che hanno creduto nel diritto all’autotutela ed alla difesa personale mediante la pacifica ma determinata protesta di piazza.
Il paese si stringe attorno al suo rappresentante confidando nella Provvidenza e nel buon senso della Magistratura.

Ufficio Stampa Lega Nord Opera.

COMUNICATO STAMPA: HANNO RESO INVISIBILI I ROM CACCIATI DA OPERA

Opera, 10 ottobre 2007
Su Repubblica troviamo il solito siparietto di Don Colmegna che notizie recentissime danno in contatto con potenziali sostenitori dei suoi servigi prestati a favore dei rom a Milano. Il Don meneghino, recatosi in Romania per insediare una fabbrica di mattoni, o almeno così dichiarò alla sua partenza, torna a Milano con l'offerta di sovvenzioni alle associazioni come la sua che si occupano di aiutare i rom nel capoluogo lombardo. Sembra fantascenza ma dal paese di origine dei rom rumeni arrivano soldi pur di non riportarne indietro, neppure per lavorare come era nei progetti del prete della Caritas, nella disastrata Romania. Dopo lo sciopero della fame, che ha rimesso in linea Don Virginio Colmegna effettivamente un pò sovrappeso, e la storia del Pullman che avrebbe dovuto passare una notte per parrocchia, se non fosse che una sola parrocchia milanese si sia resa disponibile, il Don torna a parlare dei rom di Opera e lo fa per elogiare il suo lavoro ed il risultato ottenuto con i malcapitati nel campo provvisorio a sud di Milano. Secondo Don Colmegna infatti queste persone sarebbero oggi tutte ben integrate, con un lavoro ed una casa. Una vita normale insomma.
Da Repubblica abbiamo estrapolato questo brano: «Se i bosniaci del Vigentino cercano il silenzio e l´isolamento, i rom romeni come quelli del Triboniano devono nascondere la loro identità zingara per potersi integrare. "Sono persone che devono diventare fantasmi - si arrabbia don Colmegna - Non sono riconosciuti come potenziali abitanti, ma devono scomparire per magari ricomparire sotto un´altra veste". Dice che i milanesi gli chiedono sempre: dove sono quelli di Opera? I rom cacciati dalla gente di Opera, che con un vero pogrom diede fuoco alle tende che li doveva ospitare. "Li abbiamo resi invisibili", dice. Racconta che uno di loro ha trovato casa e lavoro, e un vicino con cui ha fatto amicizia gli ha lasciato le chiavi andando in ferie: "Perché sai, in giro ci sono tanti zingari... ". Al lavoro e al padrone di casa si presentano solo come romeni: "Invisibili. Ci sono bambini che a scuola non possono fare vedere i propri genitori"».
Hanno reso invisibili i rom di Opera, dichiara Don Colmegna. La cosa ci preoccupa poichè abbiamo letto più volte che erano tutti sistemati in case dove pagavano l'affitto. Tutti con un lavoro. Eppure ricordiamo che una famiglia intera venne espulsa per aver violato il patto di legalità a Opera mentre, al Parco Lambro, vennero espulsi per la stessa ragione altri 26 nomadi che provenivano dal campo provvisorio operese. Le cronache del momento addirittura li davano per evasi dai due pullman che li riportavano in Romania.
Più volte ci siamo domandati se Don Colmegna abbia perdonato tutti quei rom, che avevano violato il patto di legalità, oppure se li abbia lasciati al loro destino in alcuni dei tanti campi abusivi del milanese.
Invece, a parte queste frasi buoniste che troviamo ogni tanto su qualche compiacente quotidiano di sinistra, purtroppo, di più non riusciamo a sapere.
Considerato che la metà dei nomadi presenti nel campo di Opera sono stati in buona sostanza espulsi, per avere violato il patto di legalità, siamo seriamente inquietati per quest'ultima affermazione dell'uomo di chiesa: "I rom cacciati dalla gente di Opera... li abbiamo resi invisibili".
Preferiamo limitarci a pensare che siano tornati ad essere invisibili in qualche campo nomadi abusivo... piuttosto che temere il peggio. Il pogrom è stato fatto dalla "gente di Opera" del resto.

COMUNICATO STAMPA: FUSCO SOTTO TORCHIO DAL PM BARBAINI

Opera, 6 ottobre 2007
Ci aspettavamo un atteggiamento diverso da parte del PM milanese Dottor Laura Barbaini nell’interrogatorio richiesto dalla difesa di Ettore Fusco per deporre in merito alle indagini sulla vicenda del rogo delle tende del 21 dicembre 2006 a Opera.
Dopo dieci mesi la magistratura, purtroppo, brancola nel buio e la ricostruzione di quanto accaduto in quella sera è il collage delle deposizioni dei “nemici” del Capogruppo operese della Lega Nord.
Dalle illazioni del Vicesindaco di Opera, di un Assessore, di un Consigliere Comunale ed un giornalista di Radio Popolare, tutti di sinistra, s’è messo in piedi uno scenario inquietante avallato dai racconti giornalistici di quei giorni viziati dalle dichiarazioni mendaci rilasciate dal Sindaco, da un altro Assessore, dai suoi colleghi di maggioranza e dalle invenzioni di alcuni degli stessi giornalisti, anche loro di sinistra, collaboratori di certe testate già querelate per i contenuti dei loro articoli.
Ciliegina sulla torta la ricostruzione dei fatti che la Stazione dei Carabinieri operese ha sottoscritto nella persona del suo Comandante. Ricostruzione che discorda certamente dalle singole relazioni che dell’accaduto possono avere fatto i militari in servizio, tutti ben consapevoli di quanto accadeva.
Potrebbe sembrare un complotto ordito per dare una colpa politica ad un uomo del popolo che si erge a difensore dei diritti dei propri concittadini. Una persona che apparentemente acquista un seguito particolarmente forte al punto tale da destabilizzare un potere politico ed istituzionale costituito.
Le istituzioni non possono accettare che questo accada, neppure in un paese dell’hinterland milanese di quattordicimila anime. Un paese dove la gente s’è permessa di protestare anche contro la chiesa, boicottandone le funzioni e le offerte, poiché il Parroco locale faceva parte della schiera dei cospiratori denigratori e falsificatori di quanto Fusco poteva aver fatto nella sera del 21 dicembre. Il Parroco definì il Consigliere Comunale un razzista, quando accolse con soddisfazione la notizia degli avvisi di garanzia, e dichiarò ad un giornalista “i razzisti non hanno vinto”.
Ettore Fusco si è recato dal Pubblico Ministero milanese per esporre le proprie ragioni contestando le menzogne riscontrate negli atti processuali. Menzogne frutto di deposizioni a senso unico raccolte solo negli ambienti politici e soprattutto schierati contro il probabile prossimo Sindaco di Opera, il leghista sotto il torchio della magistratura per un odioso reato che tutta Opera sa che non ha commesso.
La sinistra operese sa di perdere le prossime elezioni e corre ai ripari usando l’unica arma ancora disponibile, la calunnia, e la magistratura involontariamente ne amplifica i toni anziché smorzarli sul nascere ascoltando i diretti interessati per visionarne le prove. La città di Opera, in particolare, sa bene cosa sia successo quella fatale notte quando mezzo paese è sceso in piazza.
Ettore Fusco ha fatto quello che ha potuto per mantenere la protesta in ambito democratico e pacifico ma c’era troppa gente quella sera. Anche il Sindaco Ramazzotti riferisce di avere visto “teste rasate e saluti romani”, gente che non si fa certo dare ordini da un Consigliere Comunale della Lega Nord agli antipodi dalla politica di fascisti, comunisti o nazisti che siano gli estremisti dalle teste rasate.
Tutto questo poco interessa a chi ha già preconfezionato una sentenza di colpevolezza per un intero paese che si è ribellato alle istituzioni ed ha detto no alla prepotenza di chi vuole fare passare per impegno a fin di bene una mera convenienza politica degli interessati a gestire situazioni di illegalità in Italia. Non potendo colpire un intero paese se ne decapita l’espressione naturale, l’uomo che li ha rappresentati e tutelati anche nella gestione dei permessi e dei rapporti con la questura e le istituzioni.
Dopo la vicenda di Opera è venuta alla ribalta nazionale la problematica dei campi nomadi e, solo dopo le battaglie dei cittadini di altre parti d’Italia, i politici hanno cominciato a cercare soluzioni al problema dei campi nomadi irregolari. Grazie ad Opera, che volevano usare come puliscipiedi, qualcuno ha capito che non è nascondendo la spazzatura sotto lo zerbino che si smacchia un paese e, soprattutto, la propria coscienza.
L’interrogatorio sospeso alle 20.30 circa di venerdì, dopo quasi quattro ore ininterrotte, riprenderà forse lunedì pomeriggio negli uffici del Tribunale di Milano.
(Foto: il leghista Fusco in una delle sue tante proteste in Consiglio Comunale)

COMUNICATO STAMPA: FINALMENTE IL PM ASCOLTA L'ACCUSATO N.1

Dopo aver letto gli atti processuali relativi all'indagine sul rogo delle tende del 21 dicembre 2006, ed avere appreso di essere la vittima di un complotto, è finalmente giunto il momento di dire la mia. Oggi, 5 ottobre 2007, davanti al PM Laura Barbaini presso il Tribunale di Milano avrò la possibilità di parlare direttamente con chi ha svolto le indagini ed ha sentito il parere di una sola campana, quella politicizzata che tenta di sfruttare fino in fondo la situazione danneggiando, forse pensando di potermi intimidire o addirittura spedirmi in galera, il più accreditato avversario per le amministrative 2008. Molte testimonianze sono risultate fasulle e lo dimostreremo nell'eventuale processo qualora decidessero, nonostante le prove certe della mia estraneità a quanto mi viene addebitato, di rinviarmi a giudizio. Confido nella giustizia e nella volontà della Dottoressa Barbaini di volerla perseguire.
(Foto: Clemente Mastella, Ministro della Giustizia)