IL SITO DEL PRESIDIO DI OPERA E' UNA CARICATURA DEI PROBLEMI LEGATI ALL'INTEGRAZIONE DEGLI IMMIGRATI NELLA SOCIETA' MODERNA.

SOTTO: LA STORIA DEL PRESIDIO DI OPERA, UN ANNO DOPO.

Dal 21 dicembre 2006 al 12 febbraio 2007 riassunta con gli articoli di giornale più significativi (spesso falsi) ed i comunicati stampa, per non dimenticare:

VERGOGNA, non possiamo permettere questo!

COMUNICATO STAMPA: FUSCO SOTTO TORCHIO DAL PM BARBAINI

Opera, 6 ottobre 2007
Ci aspettavamo un atteggiamento diverso da parte del PM milanese Dottor Laura Barbaini nell’interrogatorio richiesto dalla difesa di Ettore Fusco per deporre in merito alle indagini sulla vicenda del rogo delle tende del 21 dicembre 2006 a Opera.
Dopo dieci mesi la magistratura, purtroppo, brancola nel buio e la ricostruzione di quanto accaduto in quella sera è il collage delle deposizioni dei “nemici” del Capogruppo operese della Lega Nord.
Dalle illazioni del Vicesindaco di Opera, di un Assessore, di un Consigliere Comunale ed un giornalista di Radio Popolare, tutti di sinistra, s’è messo in piedi uno scenario inquietante avallato dai racconti giornalistici di quei giorni viziati dalle dichiarazioni mendaci rilasciate dal Sindaco, da un altro Assessore, dai suoi colleghi di maggioranza e dalle invenzioni di alcuni degli stessi giornalisti, anche loro di sinistra, collaboratori di certe testate già querelate per i contenuti dei loro articoli.
Ciliegina sulla torta la ricostruzione dei fatti che la Stazione dei Carabinieri operese ha sottoscritto nella persona del suo Comandante. Ricostruzione che discorda certamente dalle singole relazioni che dell’accaduto possono avere fatto i militari in servizio, tutti ben consapevoli di quanto accadeva.
Potrebbe sembrare un complotto ordito per dare una colpa politica ad un uomo del popolo che si erge a difensore dei diritti dei propri concittadini. Una persona che apparentemente acquista un seguito particolarmente forte al punto tale da destabilizzare un potere politico ed istituzionale costituito.
Le istituzioni non possono accettare che questo accada, neppure in un paese dell’hinterland milanese di quattordicimila anime. Un paese dove la gente s’è permessa di protestare anche contro la chiesa, boicottandone le funzioni e le offerte, poiché il Parroco locale faceva parte della schiera dei cospiratori denigratori e falsificatori di quanto Fusco poteva aver fatto nella sera del 21 dicembre. Il Parroco definì il Consigliere Comunale un razzista, quando accolse con soddisfazione la notizia degli avvisi di garanzia, e dichiarò ad un giornalista “i razzisti non hanno vinto”.
Ettore Fusco si è recato dal Pubblico Ministero milanese per esporre le proprie ragioni contestando le menzogne riscontrate negli atti processuali. Menzogne frutto di deposizioni a senso unico raccolte solo negli ambienti politici e soprattutto schierati contro il probabile prossimo Sindaco di Opera, il leghista sotto il torchio della magistratura per un odioso reato che tutta Opera sa che non ha commesso.
La sinistra operese sa di perdere le prossime elezioni e corre ai ripari usando l’unica arma ancora disponibile, la calunnia, e la magistratura involontariamente ne amplifica i toni anziché smorzarli sul nascere ascoltando i diretti interessati per visionarne le prove. La città di Opera, in particolare, sa bene cosa sia successo quella fatale notte quando mezzo paese è sceso in piazza.
Ettore Fusco ha fatto quello che ha potuto per mantenere la protesta in ambito democratico e pacifico ma c’era troppa gente quella sera. Anche il Sindaco Ramazzotti riferisce di avere visto “teste rasate e saluti romani”, gente che non si fa certo dare ordini da un Consigliere Comunale della Lega Nord agli antipodi dalla politica di fascisti, comunisti o nazisti che siano gli estremisti dalle teste rasate.
Tutto questo poco interessa a chi ha già preconfezionato una sentenza di colpevolezza per un intero paese che si è ribellato alle istituzioni ed ha detto no alla prepotenza di chi vuole fare passare per impegno a fin di bene una mera convenienza politica degli interessati a gestire situazioni di illegalità in Italia. Non potendo colpire un intero paese se ne decapita l’espressione naturale, l’uomo che li ha rappresentati e tutelati anche nella gestione dei permessi e dei rapporti con la questura e le istituzioni.
Dopo la vicenda di Opera è venuta alla ribalta nazionale la problematica dei campi nomadi e, solo dopo le battaglie dei cittadini di altre parti d’Italia, i politici hanno cominciato a cercare soluzioni al problema dei campi nomadi irregolari. Grazie ad Opera, che volevano usare come puliscipiedi, qualcuno ha capito che non è nascondendo la spazzatura sotto lo zerbino che si smacchia un paese e, soprattutto, la propria coscienza.
L’interrogatorio sospeso alle 20.30 circa di venerdì, dopo quasi quattro ore ininterrotte, riprenderà forse lunedì pomeriggio negli uffici del Tribunale di Milano.
(Foto: il leghista Fusco in una delle sue tante proteste in Consiglio Comunale)

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