IL SITO DEL PRESIDIO DI OPERA E' UNA CARICATURA DEI PROBLEMI LEGATI ALL'INTEGRAZIONE DEGLI IMMIGRATI NELLA SOCIETA' MODERNA.

SOTTO: LA STORIA DEL PRESIDIO DI OPERA, UN ANNO DOPO.

Dal 21 dicembre 2006 al 12 febbraio 2007 riassunta con gli articoli di giornale più significativi (spesso falsi) ed i comunicati stampa, per non dimenticare:

VERGOGNA, non possiamo permettere questo!

COMUNICATO STAMPA: HANNO RESO INVISIBILI I ROM CACCIATI DA OPERA

Opera, 10 ottobre 2007
Su Repubblica troviamo il solito siparietto di Don Colmegna che notizie recentissime danno in contatto con potenziali sostenitori dei suoi servigi prestati a favore dei rom a Milano. Il Don meneghino, recatosi in Romania per insediare una fabbrica di mattoni, o almeno così dichiarò alla sua partenza, torna a Milano con l'offerta di sovvenzioni alle associazioni come la sua che si occupano di aiutare i rom nel capoluogo lombardo. Sembra fantascenza ma dal paese di origine dei rom rumeni arrivano soldi pur di non riportarne indietro, neppure per lavorare come era nei progetti del prete della Caritas, nella disastrata Romania. Dopo lo sciopero della fame, che ha rimesso in linea Don Virginio Colmegna effettivamente un pò sovrappeso, e la storia del Pullman che avrebbe dovuto passare una notte per parrocchia, se non fosse che una sola parrocchia milanese si sia resa disponibile, il Don torna a parlare dei rom di Opera e lo fa per elogiare il suo lavoro ed il risultato ottenuto con i malcapitati nel campo provvisorio a sud di Milano. Secondo Don Colmegna infatti queste persone sarebbero oggi tutte ben integrate, con un lavoro ed una casa. Una vita normale insomma.
Da Repubblica abbiamo estrapolato questo brano: «Se i bosniaci del Vigentino cercano il silenzio e l´isolamento, i rom romeni come quelli del Triboniano devono nascondere la loro identità zingara per potersi integrare. "Sono persone che devono diventare fantasmi - si arrabbia don Colmegna - Non sono riconosciuti come potenziali abitanti, ma devono scomparire per magari ricomparire sotto un´altra veste". Dice che i milanesi gli chiedono sempre: dove sono quelli di Opera? I rom cacciati dalla gente di Opera, che con un vero pogrom diede fuoco alle tende che li doveva ospitare. "Li abbiamo resi invisibili", dice. Racconta che uno di loro ha trovato casa e lavoro, e un vicino con cui ha fatto amicizia gli ha lasciato le chiavi andando in ferie: "Perché sai, in giro ci sono tanti zingari... ". Al lavoro e al padrone di casa si presentano solo come romeni: "Invisibili. Ci sono bambini che a scuola non possono fare vedere i propri genitori"».
Hanno reso invisibili i rom di Opera, dichiara Don Colmegna. La cosa ci preoccupa poichè abbiamo letto più volte che erano tutti sistemati in case dove pagavano l'affitto. Tutti con un lavoro. Eppure ricordiamo che una famiglia intera venne espulsa per aver violato il patto di legalità a Opera mentre, al Parco Lambro, vennero espulsi per la stessa ragione altri 26 nomadi che provenivano dal campo provvisorio operese. Le cronache del momento addirittura li davano per evasi dai due pullman che li riportavano in Romania.
Più volte ci siamo domandati se Don Colmegna abbia perdonato tutti quei rom, che avevano violato il patto di legalità, oppure se li abbia lasciati al loro destino in alcuni dei tanti campi abusivi del milanese.
Invece, a parte queste frasi buoniste che troviamo ogni tanto su qualche compiacente quotidiano di sinistra, purtroppo, di più non riusciamo a sapere.
Considerato che la metà dei nomadi presenti nel campo di Opera sono stati in buona sostanza espulsi, per avere violato il patto di legalità, siamo seriamente inquietati per quest'ultima affermazione dell'uomo di chiesa: "I rom cacciati dalla gente di Opera... li abbiamo resi invisibili".
Preferiamo limitarci a pensare che siano tornati ad essere invisibili in qualche campo nomadi abusivo... piuttosto che temere il peggio. Il pogrom è stato fatto dalla "gente di Opera" del resto.

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