Finalmente si tiene il primo incontro con la cittadinanza dopo la tragica assemblea del 21 dicembre ed è solo merito delle forze di opposizione se questo avviene.
Dopo il doppio rifiuto al confronto in piazza davanti a migliaia di persone, il Sindaco Ramazzotti e la sua armata brancaleone allo sbando, sono costretti a partecipare al Consiglio Comunale convocato su richiesta dei consiglieri di minoranza.
Oltre cento persone riempiono l'aula ed almeno il doppio assistono sotto la pioggia dal maxischermo posizionato nella piazzetta accanto all'edifico comunale.
Le parole del Sindaco e di tutta la maggioranza sono spesso coperte dalle bordate di fischi che giungono dall'esterno, mentre nella sala presidiata dalle forze dell'ordine, sempre sotto minaccia di allontanamento da parte del Sindaco stesso, le proteste sono più pacate.
Sindaco, giunta e consiglieri di maggioranza minimizzano tutto e definiscono razzisti quei "pochi" cittadini che protestano.
Eppure ancora una volta sono la netta maggioranza ma qualcuno finge di non vederli, anche quando a stento riesce a fare sentire la sua voce rotta dal terrore di essere riconosciuto all'esterno del palazzo.
E' il caso, tra gli altri, del capogruppo della maggioranza Angelo Scaglione che legge un discorso, precedentemente scritto, in modo scomposto ed a tratti incomprensibile tra i fischi della platea che oltre a non condividerlo neppure capisce di cosa parla.
I consiglieri di opposizione Ettore Fusco, Pino Pozzoli, Vittorio Calvi, Maria Rosaria Rivieccio e Maria Rosaria Ciuccio raccolgono la loro dose di consensi per le posizioni a favore della cittadinanza mentre al gruppo misto, per i fuoriusciti del Polo Alfredo Padolecchia e Vittorio De Rosa, giungono perplessità per il discorso del primo e soprattutto fischi al Consigliere De Rosa, per la prima volta presente in aula dopo tre anni di assenza, appiattito sulle posizioni del Sindaco Ramazzotti che ne giustifica da sempre le assenze senza chiederne le dimissioni invocate dalle opposizioni.
All'ovazione per la dichiarazione di Fusco "oggi mi sento fiero di essere operese poichè Opera è unita in una battaglia che lega cittadini d'ogni orientamento politico e classe sociale" fanno da contraltare i fischi per la replica della Consigliera Conti Staid di rifondazione comunista che afferma "io invece mi vergogno di essere operese".
I consiglieri ed assessori di rifondazione comunista sono i più accaniti sostenitori del campo nomadi in paese e si distinguono per le accuse a Fusco e Pozzoli rei, secondo loro, di avere fomentato una campagna d'odio e tensione.
I soliti paroloni roboanti che dovrebbero incantare le persone ma, detti dinanzi ad una platea che ha già aperto gli occhi, lasciano il tempo che trovano.
Alcuni cittadini vengono allontanati dall'aula per le proteste manifestate con interventi verbali incontrollabili durante alcune affermazioni, palesemente offensive verso i cittadini, da parte di esponenti della sinistra.
L'Assessore Riccardo Borghi, invitato a scusarsi da una cittadina per il famoso "gesto dell'ombrello" rivolto agli operesi che manifestavano il giorno dell'ingresso dei rom nella tendopoli ricostruita, si rifiuta di fare un mea culpa, pur riconoscendo la paternità dell'infame gesto, dichiarando che "i cittadini presenti al campo non rappresentavano opera".
Sempre per l'Assessore Borghi, particolarmente interessato alla vicenda rom, il Sindaco avrebbe fatto bene a non consultare i cittadini per una decisione come quella di insediare un campo nomadi all'ingresso del paese.
Secondo Borghi, infatti, il Sindaco ha piena autonomia e può interpretare i bisogni e le necessità dei cittadini operesi a suo piacimento.
Al termine della seduta la maggioranza, senza Fusco e Pozzoli recatisi come sempre con i presidianti al campo, approva all'unanimità una mozione di condanna per i fatti del 21 dicembre culminati con il rogo delle tende.
Infine, nonostante le mozioni si votino sempre nella seduta successiva, vista l'assenza dei due principali oppositori al regime di Ramazzotti e Borghi viene discussa immediatamente la mozione di sfiducia al primo cittadino presentata da Fusco prima di lasciare l'aula.
Da il Giornale del 26 febbraio 2007 di Fabio Brochetti
CAMPO ROM A OPERA, FISCHI DEI CITTADINI IN CONSIGLIO COMUNALE.
Il sindaco lo aveva sottolineato all’indomani dell’episodio in cui vennero bruciate le tende al campo di via Marcora: «Occorre ripristinare al più presto il normale circuito democratico, con una nuova convocazione dell’assemblea elettiva». Sabato scorso, Alessandro Ramazzotti ha incontrato i capigruppo e concordato la data. La seduta, «assediata» dai cittadini, si è svolta ieri dalle 18.30.«Un Consiglio - sottolinea il sindaco - che non è una risposta alla richiesta di quelle forze politiche, come la Lega e An, che hanno contribuito a impedire il regolare svolgimento di quello previsto il 21 dicembre scorso». Infatti, la seduta è stata pubblica. I capigruppo di Lega e Polo (Ettore Fusco e Vittorio Calvi) avevano contestato sia l’orario che il locale consiliare in quanto non utili alla buona riuscita dell’evento. Per quanto riguarda la sede era stata chiesta dalla minoranza la sala cinematografica al fine di accogliere maggiori cittadini interessati. Fuori dalla sala consiliare di Opera, all’esterno sotto la pioggia, c’erano circa 150 persone, che osservavano la seduta da un maxischermo. Fischi e proteste si sono levati quando hanno preso la parola alcuni esponenti della maggioranza, anche dentro il Consiglio.«È importante organizzare al più presto - ha esordito il sindaco - un confronto con la città, durante il quale sia possibile scambiarsi opinioni, dibattere con gli operesi su come sia stata affrontata l’emergenza umanitaria del Comune di Milano. Aspetti che l’assemblea elettiva, formata da rappresentanti democraticamente eletti, deve prima affrontare al suo interno». Il primo punto all’ordine del giorno è stato presentato dal sindaco che ha provveduto a informare dello sviluppo dell’accordo istituzionale sottoscritto da Prefettura, Provincia, Comune di Milano e Comune di Opera, avente come oggetto la gestione dell’emergenza rom che si concluderà entro metà marzo, quando il campo nomadi operese, sarà definitivamente sgombrato, auspicando che ora, la cittadinanza divisa di Opera, riesca a ricucire i rapporti. Invito accolto anche da alcuni esponenti della minoranza.
I consiglieri Pozzoli (An) e Fusco (Lega), in un intervento al vetriolo, hanno «delegittimato» il sindaco invitandolo a dimettersi, a fronte delle 3mila firme raccolte. Il capogruppo di Fi, Calvi, ha espresso parole di solidarietà nei confronti dei colleghi di minoranza strumentalizzati per la vicenda, ricordando che «i cittadini operesi, hanno agito nella forma del presidio, non perché siano razzisti ma perché hanno visto venir meno la loro tranquillità».
IL COMUNICATO STAMPA DEL PRESIDIO:
CONSIGLIO COMUNALE 25 gennaio 2006 Si è tenuto ieri sera in condizioni disagevoli per i cittadini il consiglio comunale richiesto dall'opposizione. Nonostante la pioggia 150 persone hanno assistito al dibattito in aula dal cortile del comune attraverso un maxischermo. Altre 100 persone circa riempivano la sala stessa.
Ovviamente fischiati gli amministratori che non hanno dato alcuna spiegazione ai cittadini impegnandosi, invece, solo ed unicamente a demonizzare l'operato dei consiglieri Ettore Fusco e Pino Pozzoli considerati, dal Sindaco, i capirivolta oltre che i responsabili dei disordini verificatisi il 21 dicembre. La risposta dei cittadini alle accuse degli amministratori, che perseverano nel definirli degli inetti strumentalizzati dai capipopolo del centrodestra, si sono fatte sentire ed hanno scandito ogni intervento dei consiglieri ed assessori del centrosinistra che hanno solo saputo gettare discredito su Fusco e Pozzoli oltre che sull'intera cittadinanza in virtù del fatto che a non volere il campo nomadi è proprio l'intero paese.
Non un paese diviso quindi, come vorrebbero fare credere coloro che si portano a fare da platea in tv oppure a riempire alcune poltroncine del consiglio comunale le mogli, i figli, gli ex assessori ed i gestori di proprietà comunali.
Un paese unito, invece, da un forte senso di appartenenza alla comunità che, per la prima volta nel dopoguerra, unisce gli operesi tutti nella difesa del proprio territorio."Oggi, più che mai, sono fiero di essere operese" sono state le parole di Ettore Fusco, capogruppo Lega Nord, al quale ha risposto la consigliera di rifondazione comunista Staid in modo diametralmente opposto: "mi vergogno di essere operese".
I cittadini operesi hanno udito un mucchio di fandonie sui fatti del 21 dicembre e su tutto quello che è accaduto da quel giorno sino ad oggi... fandonie che spingono i cittadini a non fidarsi delle istituzioni ed a continuare il presidio fino a quando non vi saranno più tende nell'area circense di via marcora.
Al termine del punto all'odg che trattava l'argomento nomadi, i consiglieri Fusco e Pozzoli hanno abbandonato l'aula per recarsi al presidio insieme ai cittadini.
Fusco ha depositato prima di uscire dalla sala una mozione di sfiducia al sindaco ed alla sua giunta chiedendo al direttore generale che fosse discussa nella seduta successiva come è prassi.
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