IL SITO DEL PRESIDIO DI OPERA E' UNA CARICATURA DEI PROBLEMI LEGATI ALL'INTEGRAZIONE DEGLI IMMIGRATI NELLA SOCIETA' MODERNA.

SOTTO: LA STORIA DEL PRESIDIO DI OPERA, UN ANNO DOPO.

Dal 21 dicembre 2006 al 12 febbraio 2007 riassunta con gli articoli di giornale più significativi (spesso falsi) ed i comunicati stampa, per non dimenticare:

VERGOGNA, non possiamo permettere questo!

23 GENNAIO 2007: TELENOVA A OPERA

L'emittente televisiva privata, seguitissima con i suoi collegamenti tra la gente all'interno dei problemi di rilevanza locale, organizza una trasmissione con il Sindaco Alessandro Ramazzotti, ed i favorevoli al campo nomadi, presso gli studi televisivi ed in collegamento esterno dal presidio con i cittadini che dicono no al campo nomadi.
Il povero Sindaco, che in occasione del primo dibattito televisivo non aveva trovato neppure una persona disposta ad accompagnarlo negli studi di Telelombardia, per non restare solo precetta la sua maggioranza consiliare e si circonda di assessori, consiglieri comunali e dei rispettivi parenti stretti. Insieme a questi anche un paio di famiglie che vivono di contributi e lavorano per gentile concessione della Giunta di sinistra, un Prete in abiti civili che si guarda bene dal presentarsi anche quando parla al microfono ed un paio di giovani scouts vicini al potere di sinistra.
Al presidio alcune centinaia di persone, anche se molti preferiscono assistere al dibattito comodamente sulla poltrona di casa e raggiungere il campo solo al termine della trasmissione, agguerrite ed infreddolite che dibattono con Sindaco ed assessori sulla vicenda che li coinvolge direttamente.
In particolare si rende protagonista di una diatriba con i cittadini l'Assessore Riccardo Borghi reo di avere fatto il gesto dell'ombrello agli operesi nel giorno in cui, evidentemente soddisfatto, festeggiava l'ingresso coatto dei nomadi nell'area circense.
Per il resto una mielosa sagra dei buoni sentimenti e dell'ipocrita e buonista visione di un'etnia che diviene, grazie a quanto accaduto il 21 dicembre a Opera, vittima della società razzista che non vuole accogliere i nomadi.
I cittadini non ci stanno ad essere etichettati e lo dicono a gran voce davanti alle telecamere che evidenziano, soprattutto, il rancore verso il primo cittadino Ramazzotti che ha provocato tutto questo infierendo con le sue dichiarazioni alla stampa e con l'arroganza che ha contraddistinto il suo operato e quello dei suoi colleghi di giunta. Gli assessori Borghi, Liguori ed Armelloni in primis.
La trasmissione si chiude con la convinzione che, sentite la serie di menzogne proferite da chi sostiene la bontà del progetto rom a Opera, è meglio non mollare per evitare che l'insediamento divenga definitivo e le sinistre acquisiscano tutte quelle sinergie che stanno mettendo in pratica per difendere l'imposizione del campo a costo di accusare di razzismo, xenofobia, terrorismo e vandalismo chiunque osi porsi tra la Giunta ed il campo nomadi.
Sempre più evidente la visione che il campo nomadi rappresenta per i politici e la chiesa una fonte di guadagno.
Ovviamente morale... un arricchimento culturale.
Del resto lo stesso Don Renato lo aveva detto anche in chiesa: "avete molto da imparare da queste persone"!
Il presidio resiste... sempre più forte e coeso. Opera c'è!

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