IL SITO DEL PRESIDIO DI OPERA E' UNA CARICATURA DEI PROBLEMI LEGATI ALL'INTEGRAZIONE DEGLI IMMIGRATI NELLA SOCIETA' MODERNA.

SOTTO: LA STORIA DEL PRESIDIO DI OPERA, UN ANNO DOPO.

Dal 21 dicembre 2006 al 12 febbraio 2007 riassunta con gli articoli di giornale più significativi (spesso falsi) ed i comunicati stampa, per non dimenticare:

VERGOGNA, non possiamo permettere questo!

28 DICEMBRE 2006: E' UFFICIALE, DOMANI SI RICOSTRUISCE IL CAMPO

All'incontro tra cittadini ed istituzioni avviene il prevedibile, i più forti si impongono.
Eppure il Prefetto aveva concesso alla delegazione di poter valutare con l'Amministrazione operese delle soluzioni alternative.
Il Sindaco Ramazzotti e la sua Giunta non avevano certo interesse a farlo visto che l'area circense era stata proposta da loro ed i cittadini, per le istituzioni, purtroppo non contano nulla.
Così nel pomeriggio, al ritorno dalla Prefettura, la notizia è quella che tutti si aspettano: Domani iniziano i lavori ed entro fine anno i rom arriveranno ad occupare le nuove tende.
Ancora al mattino c'era chi, su invito del Sindaco, girava tra i più esasperati a cercare gente da portare all'incontro per protestare. Sembra un controsenso ma la cosa aveva la sua logica.
Il Sindaco voleva "una ventina di cittadini incavolati" per fare vedere cosa pensiamo in paese del campo rom. In realtà siamo convinti che questa mossa gli servisse per non rischiare trattative con i cittadini delegati a rappresentare il Presidio e poter dire al suo Prefetto: "visto? si può ragionare con questi?"
A pensar male si fa peccato ma quasi sempre ci si azzecca, diceva il Presidente del Consiglio con la gobba (ed aveva ragione visto quel che di lui pensiamo tutti), certo è che quella persona tanto attiva, frettolosamente fatta diventare presidente di un fantomatico Comitato di Quartiere, sparì nel nulla subito dopo il fallimento della sua impresa.
OPERA, CAMPO ROM: I CITTADINI ROVESCIANO IL TAVOLO DEL PREFETTO
di Giacomo Susca. Il Giornale di venerdì 29 dicembre 2006
«Il campo rom a Opera verrà allestito di nuovo nei prossimi giorni e comunque entro l’Epifania, con un intervento il più tempestivo possibile e con la garanzia che saranno adottate tutte le misure di sicurezza e di vigilanza opportune». Il prefetto di Milano, Gian Valerio Lombardi, non arretra di un centimetro la posizione delle istituzioni a termine del vertice convocato a Palazzo Diotti. «Sarebbe un segnale pericoloso se si dimostrasse che basta mettere a ferro e fuoco un insediamento per ottenere i propri scopi», ha aggiunto riferendosi all’«atto vandalico» che ha preso di mira la zona circense nel Comune alle porte della città. Le tende, dunque, saranno alzate daccapo, sebbene il prefetto abbia ribadito la natura temporanea della soluzione. «Terremo conto delle ragioni dei cittadini. Dopotutto si tratta di solo 90 giorni: entro il 31 marzo stabiliremo una collocazione definitiva per i settanta rom ospitati a Opera. D’altronde è stato lo stesso sindaco Ramazzotti a proporre l’area nei confini del suo paese, quando in un primo momento era stata scelta una di proprietà di un privato. In ogni caso - ha aggiunto Lombardi - è già fissato per il 19 gennaio un altro confronto tra i rappresentanti dei poteri locali con l’obiettivo di studiare un luogo definitivo e adeguato». Al tavolo in Prefettura hanno preso parte per il Comune di Milano l’assessore alle Politiche sociali, Mariolina Moioli, il presidente della Provincia di Milano, Filippo Penati, con l’assessore provinciale Francesca Corso, il comandante dei vigili urbani, Emliano Bezzon, il sindaco di Opera, Alessandro Ramazzotti insieme a una rappresentanza del comitato di cittadini operesi contrari alla realizzazione del campo. Proprio questi ultimi hanno abbandonato per primi la lunga discussione, i volti tesi e le bocche cucite con malcelato disappunto. Una delegata, Ileana Zacchetti, si è limitata a «invitare» i cronisti al presidio ancora in corso: «Venite a Opera e ne riparleremo». La protesta continua a oltranza. Eppure il prefetto parla di una riunione «dal clima tutto sommato sereno, nonostante la delegazione dei cittadini sia rimasta sostanzialmente sulle proprie posizioni, di fronte al parere unanime delle istituzioni». Adesso a Opera si teme un inasprimento degli animi, magari con nuovi episodi di violenza. Il prefetto auspica che «il ripristino della situazione possa essere portato a termine in tranquillità, confidando nella ragionevolezza dei residenti».
INTANTO I CITTADINI proseguono il Presidio e sempre più si rafforza il senso di appartenenza ad una comunità, quella operese, che si sta chiudendo a riccio per proteggersi dai mass media, dalle istituzioni e dalla chiesa. Proprio il Parroco contribuisce ad unire i cittadini e renderli consapevoli di essere nel giusto. Dopo la messa di Natale senza lo scambio del segno della pace ed il volantino in cui, per Don Renato, gli operesi sono come Hitler, il Ku Klux Klan ed addirittura Erode, fino alla fine del mese in paese non si parla d'altro. La condanna al Parroco è unanime.

1 commento:

Ettore Fusco ha detto...

Il giorno in cui il Prefetto ha imposto la ricostruzione del campo rom è lo stesso in cui ho compiuto gli anni... che bel regalo!
Naturalmente non era il caso di brindare nel 2006 ma oggi, dopo non aver potuto festeggiare il trentasettesimo compleanno, dedico un brindisi a tutti gli operesi.