VERGOGNA, non possiamo permettere questo!
NO INCENERITORE A OPERA
PREPARIAMO LA MOBILITAZIONE PER DIRE NO ALL'INCENERITORE ALLE PORTE DI OPERA!
ASSOLTI TUTTI I PROCESSATI TRANNE UNO: ASPETTIAMO IL RICORSO IN APPELLO
Opera, 7 luglio 2009
Dopo due anni di processo si conclude discretamente bene il procedimento nei confronti degli otto cittadini operesi accusati di aver dato alle fiamme il campo rom allestito in paese nel dicembre 2006 dalla Provincia di Milano e dallo stesso Comune di Opera in seguito ad uno sgombero sul territorio di Milano.
Più di venti le persone inizialmente indagate, nove le richieste di rinvio a giudizio, solo otto i processati dopo la paradossale vicenda di Ettore Fusco, prima assolto, poi nuovamente rinviato al giudizio del Gip per essere infine, definitivamente, scagionato quattro mesi fa ad un anno dalla sua elezione a Sindaco di Opera, il paese che aveva difeso dall’insediamento del campo nomadi fortemente contestato anche dai suoi concittadini.
Il Sindaco Fusco dopo i fatti del 21 dicembre del 2006 è stato indagato, pedinato, intercettato ed ha subito l’onta della perquisizione all’alba nel proprio domicilio “Un esperienza inquietante - ricorda l’attuale primo cittadino - che non consiglio a nessuno. Svegliarsi alla mattina trovando alla porta i Carabinieri che rovistano ovunque e portano via computer e telefonini è stata una violenza a me ed alla mia famiglia che non dimenticheremo mai”.
Quel giorno con il Capogruppo della Lega Nord c’erano la moglie incinta e due bambine “lo shock è stato forte anche per loro - conclude l’allora capo della rivolta degli operesi prima di esprimere la solidarietà ai compagni di battaglia e di sventura giudiziaria - la mia solidarietà e vicinanza è inoltre rivolta all’unico condannato che subisce l’onta di essere stato usato come capro espiatorio non essendo riusciti a condannare me, in quanto mandante. Agli altri processati, tutti assolti, esprimo il personale rammarico per come sono stati trattati dalla giustizia italiana e per le spese che hanno dovuto sostenere per difendersi da accuse false e prove costruite fino al giorno in cui è crollato il castello di sabbia su cui si basavano”.
Degli operesi coinvolti nel processo, in sette sono stati assolti con formula piena mentre uno di loro è stato condannato per l’incitamento pubblico, non per la devastazione delle tende e l’incendio avvenuto.
“La mia personale vicinanza e solidarietà - è il commento dell’Assessore Pino Pozzoli, anche lui protagonista di quella vicenda - va a tutte le persone coinvolte in questa triste vicenda ed alle loro famiglie che hanno vissuto una gogna mediatica del tutto ingiustificata e che hanno dovuto spendere cifre non indifferenti per potersi difendere da accuse del tutto infondate. Oggi si chiude definitivamente un capitolo che dovrebbe fare profondamente riflettere chi, oggi come ieri, sfrutta giornali politici e partitici per scrivere falsità sulla vita del nostro amato paese”.
FINISCE IL CALVARIO DEL SINDACO FUSCO
Con la sentenza del Giudice Gennari si conclude la persecuzione nei confronti di Ettore Fusco, l’attuale Sindaco di Opera, sotto accusa da due anni per il reato di istigazione a delinquere a seguito dell’incendio del campo nomadi che Provincia, Prefettura e Comune di Milano, con il patrocinio della Caritas di Don Colmegna, stavano istituendo sul territorio operese con l’assenso dell’allora primo cittadino Alessandro Ramazzotti.
Fusco, all’epoca dei fatti Capogruppo Consiliare della Lega Nord, si era distinto per avere coordinato la protesta dei cittadini esortandoli dal commettere reati e mettendo in piedi un presidio pacifico dinanzi al punto dove la Provincia aveva cominciato a montare le tende che avrebbero ospitato i nomadi sgomberati pochi giorni prima da un campo di Via Ripamonti a Milano.
Ma le parole infuocate del Consigliere e la reazione scomposta di molti cittadini, oltre all’affronto alle istituzioni con un presidio durato un mese e mezzo fino alla resa del Prefetto ed alla conseguente scelta di spostare altrove i nomadi, portò qualche esagitato ad introdursi nell’area adibita ad accogliere i rom ed a dare fuoco alle tende già montate.
Una di quelle tende fu trascinata fino davanti al Municipio e da quel momento il tranquillo paese nel cuore del Parco Agricolo Sud Milano divenne un campo di battaglia con decine e decine di militari sempre presenti a dividere il presidio dei cittadini dal campo dei rom.
Nel frattempo un’indagine scientifica è stata portata avanti dalla PM Barbaini con intercettazioni telefoniche, ambientali, pedinamenti, l’uso dei RIS di Parma e molto altro. Si dovevano trovare i colpevoli per un tale affronto alle istituzioni: esecutori materiali e mandante.
Così una mattina Fusco ed altre 15 persone si sono ritrovate in casa i Carabinieri per una perquisizione ed al termine, senza trovare assolutamente niente, il Capogruppo leghista ed altre 8 persone si sono sentite chiamare a giudizio.
Mentre gli 8 presunti esecutori venivano rinviati a giudizio ed il processo è tuttora in corso, ogni tanto cade però qualche accusa costruita ad arte, ma non troppo, e se ne scagiona qualcuno, per il Fusco si aprivano le porte della libertà grazie al proscioglimento decretato dal Giudice milanese Alma con sentenza a cui il PM ricorse in Corte d’Appello, senza esito positivo, ed alla Corte di Cassazione dove, nonostante il parere contrario della Procura, il Giudice romano scelse di accogliere il ricorso e rimandare il Fusco dinanzi al Gip di Milano per un nuovo giudizio.
Ieri è stata messa la parola fine, definitivamente, sul caso da parte del Giudice Gennari che dopo poche decine di minuti di udienza, sentito il PM, l’Avvocato della Provincia costituitasi parte civile e l’Avvocato Norreri, difensore di fiducia di Fusco, ha deliberato il non luogo a procedere contro il Sindaco di Opera.
Un’avventura che da un iniezione di fiducia al neo Sindaco operese che ha commentato così: “finalmente è stata fatta giustizia, due anni fa gli operesi hanno sconfitto le istituzioni che volevano imporre un campo nomadi sotto le loro case ed io, che ho semplicemente lavorato per mantenere nell’alveo della legittimità la protesta popolare, sono stato assolto dalle accuse di chi voleva solo un colpevole cui dare qualche anno di carcere per spaventare il popolo”.
PER NON DIMENTICARE
CENA DEL PRESIDIO
PREGO CONFERMARSI VIA SMS AL 3481311083 OPPURE AD ALTRI PRESIDIANTI.
CENA DEL PRESIDIO
COMUNICATO STAMPA: La Magistratura perseguita il Sindaco Fusco.
Nel giorno dei Santi mi domando seriamente a quale io debba votarmi per vincere la persecuzione della Magistratura.
Sono stato prosciolto per non avere commesso il fatto, nel giorno di San Valentino dello scorso febbraio, da un Gup di Milano che ha scrupolosamente esaminato la montagna di prove che il PM Barbaini aveva cercato di montare a mio carico. Successivamente la mia gente ha dimostrato di amare il suo attuale primo cittadino ribaltando qualsiasi previsione elettorale ed assicurandomi lo scranno del Borgomastro. Quanto ancora devo aspettare per poter dimostrare la mia estraneità a qualsiasi accusa mossa nei miei confronti?
Forse devo aspettare l’arrivo dei Santi Innocenti, il 28 dicembre nel giorno del mio trentanovesimo compleanno, quando si ricordano i bambini che a Betlemme di Giuda furono uccisi dall’empio re Erode, perché insieme ad essi morisse il bambino Gesù che i Magi avevano adorato?
La sentenza del Gup milanese non era stata rovesciata dalla Corte d’Appello, che rigettò il ricorso del PM, ma che dovette inoltrarlo su richiesta dello stesso alla Corte di Cassazione.
La Corte romana invece, nonostante l’avvocato di Fusco l’Onorevole Matteo Brigandì avesse persuaso la Procura di Cassazione a chiedere la conferma dell’assoluzione, si è espressa nel giorno del Capodanno Celtico con il rinvio ad un Giudice di Milano per riesaminare l’intero caso e decidere se mandare a giudizio, e quindi processare, il Sindaco di Opera per un reato che sarebbe già troppo considerarlo d’opinione.
Il Sindaco Ettore Fusco apprende serenamente questa decisione che, visto il clima che si respira nelle aule dove si amministra la giustizia, non lo stupisce più di quanto fu meravigliato dal proscioglimento che arrivò nonostante la pressione mediatica sul Giudice milanese Marco Maria Alma.
Il fatto che la Procura della Cassazione, rappresentata da Mauro Iacoviello, avesse comunque dato ragione all’allora Consigliere Comunale della Lega Nord e che la stessa Corte abbia invece scelto l’incredibile strada dell’accoglimento del ricorso del PM è degno di nota poiché si presentano adesso scenari inquietanti:
Il caso di Fusco torna ad essere esaminato preliminarmente a Milano ed un altro Giudice potrà decidere nuovamente di non rinviarlo a giudizio. Cosa succederà a quel punto? Il PM potrà ricorrere un'altra volta per rimettere in circolo la macchina della magistratura fino a trovare un altro giudice finalmente disposto a perseguitare un cittadino già assolto da un magistrato e dal voto popolare che lo ha fatto salire sulla poltrona del primo cittadino nel suo paese? E quando finalmente Fusco sarà rinviato a giudizio, e quindi sottoposto alla gogna di un processo, per quale ragione il Cittadino di Opera non potrà ricorrere a quella sentenza? Quale giustizia amministrata nel nome del Popolo, e che si possa definire uguale per tutti, ha la sfacciataggine di considerarsi realmente equa a questo punto?
Ai posteri l’ardua sentenza ed al Ministro della Giustizia l’onere di provvedere affinché tali vessazioni non abbiano a ripetersi in futuro.
Ettore Fusco – Sindaco di Opera
CON UNA SENTENZA SHOCK ROMA DECIDE DI PUNIRE CHI ALZA LA TESTA!
Roma, 31 ott. (Adnkronos) - Ettore Fusco, il sindaco leghista di Opera, nell'hinterland milanese, dovrà essere riprocessato per istigazione a delinquere in relazione alla devastazione del campo rom di Opera, avvenuta il 21 dicembre del 2007. Lo ha disposto la Prima sezione penale della Cassazione che con la sentenza 40684 depositata oggi spiega il perchè, lo scorso 16 ottobre, ha annullato l'assoluzione accordata a Fusco, all'epoca dei fatti consigliere di opposizione della Lega Nord, dal gup di Milano lo scorso 14 febbraio. Fusco, durante una seduta consigliare, era intervenuto parlando alla folla esasperata, più di cento persone, che aveva invaso l'aula e li aveva invitati ad occupare la tendopoli realizzata dal comune per ospitare un campo nomadi. Successivamente si era pure affacciato dalla finestra del palazzo comunale e con un megafono aveva ribadito la necessità di spostare la protesta al campo nomadi.
La protesta era degenerata tanto che i manifestanti diedero alle fiamme le tende destinate ad accogliere i rom sfrattati pochi giorni prima dal campo di Via Ripamonti a Milano. Ne era scaturita una denuncia a Fusco per il reato previsto dall'art. 414 c.p., accusa dalla quale era stato assolto lo scorso 14 febbraio. Secondo il gup, Fusco non andava condannato perchè aveva semplicemente invitato gli operesi "a occupare il campo nomadi senza mai fare riferimento ad azioni violente e con lo scopo di tutelare gli interessi dei cittadini".Contro l'assoluzione, la Procura di Milano ha fatto ricorso con successo in Cassazione, sostenendo che "l'istigazione posta in essere da Fusco conteneva quel corredo di modalità concrete dell'azione che faceva trasmodare la manifestazione del pensiero nell'istigazione".
Piazza Cavour ha accolto il ricorso del pm e ha sottolineato che per fare scattare una condanna per istigazione a delinquere basta che "sia posta in essere in pubblico la propalazione di condotte che configurino precise azioni delittuose, con rappresentazioni di azioni concrete che possano indurre altri alla commissione di tali fatti". Un'analisi, ha precisato ancora la Cassazione rinviando il caso al gup di Milano, che "deve essere condotta in relazione alla situazione concreta per verificare quale forza persuasiva e suggestiva potevano avere le frasi pronunciate ai fini istigatori della condotta". La Procura della Cassazione, rappresentata da Mauro Iacoviello, aveva chiesto di confermare l'assoluzione all'attuale sindaco di Opera.
(Dav/Gs/Adnkronos) 31-OTT-08 16:22
14 FEBBRAIO 2008: NON RINVIATO A GIUDIZIO PERCHE' IL FATTO NON SUSSISTE
11 FEBBRAIO 2007: E' FINITA. IL CAMPO NOMADI DI OPERA RESTA DESERTO
Opera, 10 febbraio 2007
Finalmente si è arrivati alla conclusione della vicenda del campo rom provvisorio ad Opera. Si tratta di una vittoria dei cittadini sull'arroganza dell'Amministrazione operese che ha offerto un area del nostro comune, in modo superficiale, con il rischio che il campo divenisse, come tutti gli altri campi provvisori, un altro Triboniano.
I cittadini operesi dopo quasi due mesi di presidio fisso, giorno e notte, hanno ottenuto il massimo risultato possibile: le istituzioni hanno mantenuto le promesse fatte a seguito della protesta iniziale degli operesi culminate nel famoso incendio del 21 dicembre.
Un gesto, quello delle tende bruciate, deplorevole che ha segnato l'intera collettività operese che, intorno a questo evento, si è unita nella ribellione alle istituzioni ed in particolare alla Giunta Comunale ed al Sindaco Ramazzotti rei di una fastidiosa quanto offensiva arroganza che li ha condannati a finire anticipatamente il mandato amministrativo con l'obbligo morale di rassegnare al più presto le dimissioni davanti ad una cittadinanza che si è mobilitata, nella sua totalità, contro la scelta del Sindaco di insediare il campo rom e contro il Sindaco stesso ed i suoi uomini che lo hanno voluto difendere attaccando, in modo ignobile, i consiglieri di opposizione Ettore Fusco e Pino Pozzoli di Lega ed AN che si sono invece schierati con i cittadini del presidio organizzandone la protesta, le manifestazioni e le assemblee pubbliche.
Oggi l'ultimo episodio di questo osceno teatrino di un comitato d'affari che a tutti i costi voleva tenere ad Opera il campo nomadi: la manifestazione dei favorevoli al campo, circa duecento tra militanti di rifondazione e persone dei centri sociali (solo una quindicina gli operesi) ha espresso una chiara linea politica delineatasi con lo sventolio di bandiere rosse, della pace e della CGIL.
Adesso non resta che prendere atto di questa vittoria e demandare alle prossime settimane la ricerca delle responsabilità politiche sull'operazione che ha avuto, come risvolto positivo, la capacità di unire un'intero paese, per quasi due mesi, in difesa del proprio territorio.
10 FEBBRAIO 2007: I CENTRI SOCIALI OCCUPANO OPERA ED I ROM TRASFERITI
DOPO OLTRE UN MESE DI BATTAGLIA
FABIO BROCHETTI tratto da la Padania.
Il campo nomadi di Opera è da ieri solo un ricordo: tutti i rom che occupavano la tendopoli dal 21 dicembre scorso se ne sono andati. Qualcuno andrà in strutture messe a disposizione dalla Provincia di Milano sul territorio dell’area metropolitana, altri invece rientreranno in Romania. Da ieri quindi il campo è disabitato e domani sarà smantellato definitivamente.Gli operesi possono ringraziare ancora una volta la Lega Nord ed il suo rappresentante consiliare Ettore Fusco che dal 21 dicembre, con un presidio continuativo in prossimità del campo nomadi allestito dalla giunta, ha saputo quotidianamente tenere alta la tensione sulla situazione di illegalità che si stava perpetrando ai danni dei cittadini.La situazione, fin dal 21 marzo era stata tesa, un incendio spontaneo di cittadini imbufaliti contrari al campo nomadi, aveva distrutto le tende allestite per il campo, il giorno dopo, i soliti insulti da parte dei benpensanti verso i cittadini di opera del comitato contrario al campo e ai militanti leghisti presenti al presidio. Per oltre un mese, è stato scritto e detto di tutto, le accuse di xenofobia e razzismo piovute addosso ai leghisti erano all’ordine del giorno. Ma la forza e la determinazione ha prevalso, numerosi sono stati gli interventi di solidarietà e partecipazione da parte degli esponenti del movimento che più volte, si sono recati a Opera, all’aperto e al freddo per stare in mezzo alla gente: L’europarlamentare Mario Borghezio, l’assessore regionale Davide Boni, il consigliere regionale Fabrizio Cecchetti e il consigliere comunale Matteo Salvini, hanno portato il loro valido contributo che ha permesso agli operesi di vincere la battaglia dedicata alla libertà di riappropriarsi della propria terra. Ieri, i rappresentanti della sinistra antagonista e di Rifondazione Comunista, avevano manifestato contro il razzismo dei presidianti che avevano la grave colpa di difendere il proprio territorio da una settantina di rom. Nel pomeriggio, i rom, hanno inviato una lettera alle istituzioni con la quale esprimevano un forte disagio e preoccupazione per le continue tensioni e pressioni a cui, erano sottoposti da parte delle varie fazioni politiche. Le istituzioni, hanno deciso così di imprimere un’accelerata al Piano di uscita dall’emergenza. La prima fase del piano prevede l’ospitalità in strutture messe a disposizione dalla Provincia di Milano sul territorio dell'area metropolitana e il rientro in Romania di dieci uomini che lavoreranno all’asfaltatura delle strade del villaggio di Salcutsa, loro località di provenienza. Domani la tendopoli sarà definitivamente cancellata e le famiglie ancora in procinto di sistemarsi, saranno ospitate presso il “Villaggio solidale” allestito al Ceas . Per Borghezio, si è trattato di una vittoria schiacciante: «È un grande risultato della gente, che grazie al nostro appoggio, non ha mai mollato e non si è piegata di fronte alla decisione demenziale che è stata presa da chi amministra Opera che così facendo ha tradito la fiducia dei propri cittadini. Questo risultato - prosegue Borghezio -, ci fa capire che chi l’ha dura la vince, i nostri patrioti padani, si sono battuti con determinazione e hanno vinto». Per l’assessore Boni invece: «Il merito di questa vittoria va dato ai cittadini del comitato e al nostro consigliere Fusco che è sempre rimasto al presidio in qualsiasi condizione atmosferica, finalmente i cittadini, hanno avuto ragione di una decisione fuori da ogni logica. Speriamo che ogni volta che c’è un campo nomadi, venga ancora il consigliere regionale di Rifondazione Muhlbauer così li fa partire subito visto che ieri, la sua presenza è stata di buon auspicio». Per Marco Rondini, segretario provinciale della Martesana: «Si è finalmente conclusa una vicenda che ha reso evidente il modo di intendere la democrazia da parte della sinistra, vale a dire imponendo le proprie decisioni senza considerare le necessità dei cittadini». Il consigliere Fusco, accoglie la notizia con un sospiro di sollievo: «È una vittoria sull’arroganza dell’amministrazione operese che ha offerto un area in modo superficiale, col rischio che il campo divenisse, come tutti gli altri campi provvisori, un altro Triboniano. Adesso non resta che prendere atto di questa vittoria e demandare alle prossime settimane la ricerca delle responsabilità politiche sull’operazione che ha avuto, come risvolto positivo, la capacità di unire un’intero paese per quasi due mesi in difesa del proprio territorio».
[Data pubblicazione: 11/02/2007]
la Repubblica 11 FEBBRAIO
Con una lettera aperta in cui raccontano di essere spaventati e offesi, i rom della tendopoli di Opera se ne vanno. Lasciano dopo un mese e mezzo di manifestazioni e di presidi fuori dall´accampamento voluto dal prefetto e dalle altre istituzioni. «Troppa ostilità, chiediamo rispetto perché siamo persone come le altre». Con l´accordo dei Comuni di Opera e di Milano, oltre che della Provincia, si trasferiscono all´interno del parco Lambro di Milano, dove saranno ospiti in un centro di recupero di don Virginio Colmegna. Le tende saranno smontate lunedì.
Le tende resteranno fino a domani mattina, ma già da ieri notte le 30 famiglie rom ospitate dalla fine di dicembre sono andate via da Opera. Dopo un mese e mezzo di manifestazioni e proteste, i 77 nomadi ieri mattina hanno per l´ultima volta superato il cordone di polizia che li ha difesi nelle settimane passate dalle minacce e dagli insulti di un gruppo di cittadini del posto, contrari fin dall´inizio all´insediamento degli zingari deciso dalla prefettura d´accordo col Comune di Opera. D´accordo con il Comune e la Provincia di Milano, don Virginio Colmegna ha deciso di ospitare il gruppo di romeni al Ceas, una sua comunità di recupero per tossicodipendenti e pazienti psichici, che sta dentro al parco Lambro.Nel centro - dove già abitano e lavorano da due anni altri 70 rom sgomberati da via Capo Rizzuto - sono arrivate ieri le prime roulotte e i camper messi a disposizione da Mariolina Moioli e Francesca Corso, gli assessori di Palazzo Marino e Palazzo Isimbardi che hanno seguito la questione dall´inizio. «È una soluzione temporanea scelta perché le famiglie rom umanamente non ce la facevano più a sopportare l´ostilità e la violenza con cui sono stati accolti dal gruppetto di manifestanti che assediava la tendopoli», dice don Colmegna, dopo aver portato nella sua Casa della carità i romeni in fuga da Opera. I nomadi hanno spiegato in una lettera aperta la loro scelta: «Ci sentiamo offesi, i nostri bambini hanno paura, siamo stanchi. Non potevamo nemmeno uscire dalle tende per gli insulti e le minacce. Ringraziamo il sindaco Ramazzotti, il parroco don Renato, quei cittadini che ci hanno mostrato solidarietà».È l´atto finale di una vicenda che dura dalla metà del dicembre scorso, quando fu sgomberato un insediamento abusivo in via Ripamonti. Appena fu annunciata la realizzazione della tendopoli a Opera, cominciò la protesta. Al termine di un corteo notturno, furono incendiate tutte le tende montate dalla protezione civile per affrontare quella che il sindaco di Opera Alessandro Ramazzotti aveva definito «emergenza umanitaria».Il prefetto Gian Valerio Lombardi aveva preso l´impegno di trovare una sistemazione alternativa ai 77 rom entro la fine di marzo. «Ma siccome ad oggi è ancora tutto fermo - dice Colmegna - portiamo le famiglie al sicuro». Il presidente della Provincia Filippo Penati chiede al prefetto di «garantire che non si ripetano le scene viste in queste settimane, con i volontari fatti oggetto di minacce e invettive da un presidio troppo a lungo lasciato libero, e diventato così la più grande fonte di insicurezza» e di «individuare e punire i responsabili del vile gesto di incendiare le tende del campo». Il sindaco di Opera Ramazzotti, dispiaciuto dell´esito della vicenda, ringrazia Colmegna e definisce la sua città una «comunità frastornata, divisa e ferita».
Don Colmegna: abbiamo cercato il dialogo, ma il clima è peggiorato"Stufi di tensioni e insulti ma la nostra non è una fuga" di ZITA DAZZI
Ce ne andiamo da Opera perché siamo stufi di subire l´ostilità, la violenza e l´arroganza di chi presidia il campo e ogni giorno, più volte al giorno, copre di insulti noi volontari e i rom che vivono nelle tende».
Il leghista Fusco, leader della protesta: delusi da sindaco e Chiesa"Tutta la città era con noi per questo abbiamo vinto" di ORIANA LISO
È naturale che siamo tutti soddisfatti per questa vittoria. E quando dico tutti, intendo tutti i cittadini di Opera». A sera Ettore Fusco, consigliere comunale della Lega e front man della protesta contro il campo nomadi, tira - e non metaforicamente - un sospiro di sollievo.
La faccia di quel che è successo, alla fine, è quella di una giovane volontaria che piange e che, come tanti altri ragazzi di Opera, in quella scommessa sui rom della tendopoli aveva creduto davvero: «Che tristezza. È una vergogna che sia finita così. Scusateci».
9 FEBBRAIO 2007: LA PROVINCIA CONTRO IL PRESIDIO. SI RIMANDA LA MANIFESTAZIONE DI DOMANI PER LA PRESENZA DEI CENTRI SOCIALI A OPERA
La manifestazione in programma sabato 10 febbraio 2007 consistente in assemblea pubblica davanti al comune di Opera e successivo corteo fino all'area circense, sede del campo nomadi provvisorio, è stata annullata dagli organizzatori e rinviata a data da destinarsi.
La decisione dopo il vertice con la Questura che ha informato i Cittadini del Presidio del controcorteo organizzato dalla sinistra operese. Al controcorteo in questione parteciperebbero infatti esclusivamente i pochissimi militanti operesi di rifondazione comunista ed esponenti dei centri sociali di Milano.
I pacifici cittadini operesi del Presidio rinunciano pertanto a contribuire alle tensioni che il movimento antipresidio, a favore quindi del campo nomadi e del sindaco, sta creando nel nostro paese e sperano che la manifestazione dei centri sociali di domani non causi problemi ai cittadini operesi ed ai beni pubblici e privati degli stessi.
Naturalmente non possiamo non rimarcare la nostra indignazione per quanto siamo stati costretti a fare negli interessi dei cittadini. Rimunciare ad una Assemblea Pubblica per tutelare i cittadini minacciati dai Centri Sociali e da amministratori di sinistra del nostro stesso paese. Una sconfitta per la democrazia e la libertà che lascia senza fiato.
Il presidio rimane comunque attivo fino al 31 marzo all'area circense per tutelare il diritto dei cittadini a manifestare liberamente le proprie idee.
8 FEBBRAIO 2007: NEL CINQUANTESIMO GIORNO DI PRESIDIO RIFONDAZIONE COMUNISTA PORTA OPERA IN PARLAMENTO
giovedì 8 febbraio 2007.
I sottoscritti Deputati interrogano il Ministro degli Interni
Per sapere, premesso che:
* nella serata tra il 21 ed 22 dicembre 2006 una manifestazione organizzata contro l’insediamento temporaneo di alcune famiglie rom nel territorio del Comune di Opera ha impedito, con la forza, lo svolgimento del Consiglio Comunale e si è conclusa con l’incendio e il danneggiamento delle strutture allestite.
* L’urgenza della localizzazione provvisoria si è manifestata a seguito serata del 14 dicembre 2006 fa eseguire uno sgombero forzato di un campo sito in via Ripamonti nella periferia sud di Milano sul quale da tempo insiste un progetto di inserimento sociale della Casa della Carità, struttura di volontariato per l’integrazione sociale.
* A seguito di tale sgombero è stato fatta richiesta al comune di Opera di accogliere momentaneamente, fino al 31 marzo 2007, entro i propri confini le famiglie che altrimenti non avrebbero trovato nessuna collocazione per passare l’inverno.
* Il giorno 21 dicembre 2006 presso la Prefettura di Milano è stato siglato un protocollo di intesa tra Prefettura, Provincia di Milano, Comune di Milano e Comune di Opera affinché, come indicato, venisse dato temporaneo rifugio ai cittadini romeni sgomberati, e successivamente fosse individuata un’area fuori dai confini del Comune di Opera più idonea per una sistemazione definitiva.
* Dal giorno 23 dicembre 2006 insiste un presidio abusivo permanente, tutt’ora “operante”, di fronte all’unica entrata del campo, presto ricostruito, creando un clima di tensione e di intimidazione nei confronti delle famiglie rom presenti nella struttura e nei confronti degli operatori e dei volontari che in esso operano mediante grida, insulti ed aggressioni fisiche dirette.
* A dette manifestazione hanno costantemente partecipato esponenti e rappresentanti istituzionali di partiti del centrodestra
* Sono annunciate nel prossimo futuro analoghe manifestazioni
quali atti ufficiali sono stati compiuti dalla Prefettura di Milano e dall’autorità di Pubblica sicurezza nelle circostanze dei fatti intercorsi nei giorni 22 e 23 dicembre 2006 e quali misure di tutela siano state predisposte per tutelare quella parte della cittadinanza che quotidianamente si dirige nella stessa area per portare solidarietà alle famiglie romene oggetto di quotidiani insulti e minacce da parte di un ristrettissimo gruppo di soggetti che compone il presidio abusivo posto come ostacolo all’unica entrata del campo;
quali misure siano state adottate e quali eventualmente si intendano altresì predisporre perché venga garantito il buon esito del protocollo di intesa firmato in Prefettura il 21 dicembre 2006 tra gli enti locali e la Prefettura e quali misure per garantire nel frattempo il libero e sereno accesso alla struttura d’accoglienza temporanea per le famiglie rom a tutti coloro che vi operano o vi vivono all’interno;
se risponda al vero, in base alle informazioni in possesso del Ministro, la presenza all’interno dello stesso presidio e delle annunciate iniziative di noti esponenti dell’estremismo di destra più volte coinvolti in fatti criminosi di matrice razzista.
7 FEBBRAIO 2007: FUSCO INVITA RAMAZZOTTI
Illustre Signor Sindaco,
Vorrei invitarla, con la presente, a prendere parte alla pubblica assemblea che i cittadini del presidio hanno organizzato per sabato 10 febbraio 2007 alle ore 10.00 proprio davanti al suo ufficio del Municipio di Opera in Via Dante, 12.
Come può constatare questo invito le giunge da un Gruppo Consiliare, quello della Lega Nord, che si è apertamente schierato con i cittadini che chiedono semplicemente il rispetto delle leggi ed un livello di sicurezza e legalità consono ad un Paese quale il nostro.
Voglia quindi non strumentalizzare anche questa occasione, come tutte le precedenti alle quali non ha partecipato, ricordando che i consiglieri comunali sono rappresentanti dei cittadini e che, in nome e per conto loro, agiscono nelle sedi istituzionali anche organizzando momenti di incontro.
Il suo costante tentativo di demonizzare i consiglieri Ettore Fusco e Pino Pozzoli, descrivendoli quali fomentatori di odio, ecc, ecc, appare come un’istigazione verso i cittadini ad agire al di fuori degli schemi. Cittadini che, di fatto, già in occasione dei noti disordini del 21 dicembre sono stati spinti a compiere quel deplorevole gesto all’interno dell’area circense proprio in seguito all’arroganza sua, Sindaco Alessandro Ramazzotti, e del suo vice Antonio Liguori che, anziché interpretare la protesta dei cittadini cercando di riportarla in un alveo di dialogo produttivo e, sicuramente, di reciproca comprensione, siete stati alquanto violenti nel non accettare minimamente l’ipotesi di dover ascoltare i vostri concittadini accorsi numerosi al Consiglio Comunale.
Altri consiglieri invece lo hanno fatto; quelli che lei ha invitato ad isolare in quanto fomentatori di odio, quelli che lei ha descritto uomini che strumentalizzano le paure della gente per fare carriera politica in provincia o regione.
Lei invece, Sindaco Ramazzotti, con tutti i suoi comunicati stampa e manifesti con cui tappezza Opera, ha sempre cercato di delegittimare l’operato dell’opposizione che ha affiancato la protesta, opposizione (quella di Lega ed AN) che ha aiutato, invece, i cittadini a rispettare le regole democratiche della protesta organizzando assemblee pubbliche, manifestazioni, momenti di aggregazione per i presidianti che, non lo dimentichi Signor Sindaco, sono da cinquanta giorni esposti al freddo ed alle intemperie per difendere qualcosa che loro ritengono sia fuori dalla competenza di un Sindaco a fine mandato: il proprio futuro, la sicurezza, la legalità e la dignità di uomo che lei, ci spiace doverlo constatare, a ripetutamente cercato di calpestargli.
Persino sui wc da cantiere installati dai presidianti, per i presidianti ed eventualmente le forze dell’ordine, ha saputo fare la sua ennesima brutta figura: li ha definiti intollerabili e vergognosi poiché del resto, dice lei, all’interno del campo nomadi sono già stati allestiti i servizi igienici! Lei con questa sua arroganza ha praticamente considerato quei cittadini operesi, e certamente ne ha visti almeno mille sfilare per le strade di Opera in occasione dell’ultimo corteo, dei cittadini che non hanno neppure il diritto di fare i propri bisogni in un wc, dei cittadini che hanno meno diritti degli ospiti del campo (visto che per loro li ha allestiti i servizi igienici!) in quanto sono cittadini che dissentono dalla sua scelta di ospitare una comunità Rom.
Proprio questo lei non ha capito Sindaco Ramazzotti: quei cittadini sono gli stessi che le hanno dato il 64% delle preferenze quattro anni fa, cittadini che non hanno apprezzato una sua imposizione ma che, forse, avrebbero potuto digerirla se lei non li avesse, in modo tanto irresponsabile, insultati dal 21 dicembre ad oggi accusandoli di ogni nefandezza frutto della sua fervida immaginazione e di quella dei suoi collaboratori dell’ufficio stampa cui lei affida le dichiarazioni che quotidianamente trafiggono, come lame affilate, quella stragrande maggioranza di operesi che si riconosce nel presidio fisso e nelle ragioni che lo animano da sei settimane.
Non dimentichi infine Sindaco che lei, come me, è esponente di un partito ma, al contrario di quanto fa lei nei confronti dell’opposizione, nessuno ha mai pensato di delegittimare il suo operato per la sola ragione che possiede una tessera di partito sebbene questa raffiguri, ancora oggi sotto la quercia, uno dei pochi simboli in uso che si rifanno a regimi totalitari ed antidemocratici.
La saluto cordialmente e le do appuntamento a sabato 10 febbraio alle ore 10.00 davanti alla porta del Municipio. Il megafono lo portiamo noi.
Opera, 7 febbraio 2007
Ettore Fusco
6 FEBBRAIO 2007: IL PRESIDIO VIENE RIMOSSO... E' UNA BUFALA!
di Zita Dazi
Inviati i vigili a smantellare la baracca allestita da chi contesta il campo provvisorio per i nomadi: "Chi pretende legalità, la rispetti"
Hanno iniziato la loro protesta chiedendo lo sgombero dei nomadi ed è finita che a subire lo sgombero sono stati loro, i cittadini che da oltre un mese animano un presidio contro l´arrivo a Opera di una settantina di nomadi della Romania. Il sindaco Alessandro Ramazzotti non ha esitato a mandare i suoi vigili per tirare giù una barcacca abusiva con l´insegna «Bar Rom», costruita con assi di legno appena fuori dall´ingresso del paese, là dove il prefetto ha fatto montare una quindicina di tende riscaldate per ospitare alcune famiglie zingare rimaste senza tetto dopo uno sgombero. E così, dopo l´incendio doloso delle prime tende montate dalla protezione civile e dopo le polemiche feroci scoppiate sotto Natale, il caso Opera si riapre.A scrivere una lettera aperta per chiedere aiuto al prefetto Gian Valerio Lombardi, è proprio il sindaco Ramazzotti, oggetto di critiche feroci da una parte dei suoi concittadini, quelli che non vogliono gli zingari nemmeno fino al 31 marzo, data massima fissata per lo smantellamento definitivo della tendopoli. «Non è accettabile - scrive il sindaco di Opera al prefetto di Milano - che, come sta avvenendo ora, la recinzione del campo sia riempita di striscioni e che l´area attorno sia trasformata in un bivacco, che di fatto pretende di controllare l´accesso all´area».Al presidio davanti alle tende dei rom da oltre un mese di alternano alcune decine di persone, fra i quali molti militanti di Lega e An e alcuni semplici cittadini di Opera. Per tutti, la strada scelta è quella della provocazione, a volte ironica, a volte aggressiva, per cercare di attirare l´attenzione. Oltre al bar, negli scorsi giorni erano stati allestiti due wc chimici, anche quelli rimossi. «Non di rado però si è sfiorato l´incidente - racconta Ramazzotti - Ogni volta che i volontari entrano o escono dal campo sono fatti oggetti di urla, insulti, frasi derisorie. Tutto questo mi sembra intollerabile, è una vergogna. Chi pretende la legalità dagli altri, deve innanzitutto rispettarla».Per quanto riguarda i nomadi, proseguono intanto le ricerche di sistemazioni alternative da parte dei responsabili della Casa della carità, che da Milano, con la prefettura e il Comune, coordina il piano per smantellare la tendopoli. «I primi che vogliono andare via da Opera sono proprio i nomadi e siamo a buon punto per portarli lontano di lì - dice don Virginio Colmegna, presidente della Casa di via Brambilla - . Noi stiamo andando avanti nel nostro progetto che mira all´integrazione, con pazienza e rispetto, rispondendo con segnali di civiltà a chi usa l´arroganza per imporre le sue idee».
INTANTO AL PRESIDIO:
Smentiamo in modo deciso le notizie apparse su alcuni quotidiani che danno per smantellato il presidio fisso dei cittadini operesi nei pressi dell'area circense sede di un campo nomadi temporaneo.
Siamo altresì indignati per l'uso strumentale dei mezzi di comunicazione di massa che il Sindaco Ramazzotti riesce a fare attraverso i comunicati del suo ufficio stampa.
Anche oggi non s'è persa occasione di riportare al pubblico notizie false e tendenziose finalizzate a disgregare il tessuto sociale di Opera ed a provocare ulteriormente i cittadini esasperati dall'atteggiamento incomprensibile di un sindaco delegittimato che si indigna addirittura per l'installazione di due wc chimici necessari ai presidianti che trascorrono molte ore al freddo per salvaguardare il proprio diritto alla protesta.
Diritto peraltro autorizzato e salvaguardato dalla Questura di Milano a cui chiediamo un intervento affinché possa fare pressioni sul Prefetto nella direzione della rimozione di un Sindaco che non compie il suo mandato nell'interesse dei cittadini ma, anzi, ne insulta i rappresentanti politici ed i cittadini stessi attraverso ingiurie che traspaiono da ogni comunicato stampa e dai numerosi manifesti affissi sul territorio.
Per rimarcare il nostro diritto alla protesta è indetta una assemblea pubblica davanti al municipio di via dante sabato 10 febbraio alle ore 10. A seguire corteo fino all'area circense.
5 FEBBRAIO 2007: COSA AVRA' RAMAZZOTTI CONTRO I NOSTRI WC?
rivolgo a Lei questo pubblico appello perché in queste settimane, nelle vicende travagliate che hanno visto al centro il Comune di Opera, ho avuto modo di apprezzarne l’equilibrio e la fermezza.
Abbiamo stipulato un patto con le istituzioni del Comune e della Provincia di Milano per dare un alloggio temporaneo a trenta famiglie (in prevalenza donne e bambini) e conseguentemente, con la necessaria determinazione, ci siamo adoperati per applicarlo e farlo rispettare, garantendo legalità nella gestione del campo e sicurezza per i cittadini.
Oggi quell’accordo costituisce un’esperienza utile per il Comune di Milano nell’affrontare la difficile situazione di via Triboniano e credo che potrà essere di riferimento anche per altre città, visto che il tema dell’integrazione possibile delle comunità Rom è diventato ormai di rilevanza nazionale.
In questi giorni non facili l’Amministrazione di Opera ha lavorato per ricostruire un clima di serenità dopo l’incendio e le devastazioni della vigilia di Natale, confidando nell’impegno della Magistratura affinché coloro che si sono resi protagonisti di questi gravi episodi siano perseguiti e cercando di stemperare le tensioni e le divisioni fra quanti capiscono e condividono il valore di quest’atto umanitario, impegnandosi in iniziative positive di dialogo e di assistenza verso la comunità Rom, e coloro che non accettano questa presenza neanche per poche settimane e che hanno deciso di tenere un presidio permanente all’ingesso dell’area di accoglienza.
Pur trattandosi di una protesta che ha avuto sin dall’inizio carattere politico, animata dal protagonismo dei consiglieri della Lega e di Alleanza Nazionale, ritengo che sia giusto garantirla e che trovi spazio nelle vicinanze dell’area, non è però accettabile che, come avviene ora, riempia di striscioni la recinzione del campo e si sia trasformata in un bivacco che, di fatto, pretende di controllare l’accesso nell’area.
Un presidio, così organizzato, ha dato già luogo nei giorni scorsi a tensioni e proteste (alcune ragazze e ragazzi hanno sporto denuncia per insulti e intimidazioni) e rischia di trasmettere un’immagine distorta persino del prezioso lavoro delle Forze dell’Ordine, poiché i manifestanti rivendicano il loro ruolo fondamentale nel garantire la legalità nel campo controllandone l’accesso.
Proprio in queste ore è stata costruita, fra l’altro, senza alcuna autorizzazione, una struttura in legno che dovrebbe servire da bar e, a ridosso del campo, sono stati installati due wc chimici, di cui mi sfugge la finalità visto che nel campo, insieme alle tende, abbiamo provveduto ad installare i servizi igienici.
Giunti a questo punto, considero questa situazione intollerabile.
La correttezza che chiediamo a queste famiglie che, non dimentichiamo sono ospiti del Comune di Opera, non può essere disattesa da coloro che sino a qualche giorno fa l’avevano reclamata.
Chi pretende legalità dagli altri e giusto che sia il primo a rispettarla e a Noi, che rappresentiamo le Istituzioni, spetta il compito di garantirla nell’interesse di tutti, per questo mi permetto di rivolgermi a Lei affinché, data la sensibilità che sin qui ha manifestato e l’autorità che rappresenta, intervenga per porre fine a questa vergogna.
Distinti saluti
Il Sindaco di Opera Alessandro Ramazzotti
Nelle vicinanze sono stati sistemati anche due wc da campo, offerti da una azienda del settore, che servono ai presidianti ed alle forze dell'ordine presenti nell'area presidiata 24 ore su 24.
Nonostante le autorizzazioni della Questura siamo continuamente vittime della provocazione del Segretario Comunale che si presenta nell'area del presidio, accompagnato dal Comandante e da alcuni Agenti della Polizia Locale, alla continua ricerca di qualcosa che non vada come vuole l'Amministrazione (tutto!).
Il Presidio ci è stato garantito dalla Questura di Milano ed i 4 striscioni presenti sulla recinzione dell'area circense, così come la baracca costruita a ridosso della pista ciclabile, sono intoccabili, non offensivi nè tantomeno volgari.Il Sindaco di Opera ed i suoi funzionari sono alla continua ricerca dello scontro attraverso provocazioni come quelle appena descritte ed anche, in modo ancora più vile, attraverso i quotidiani comunicati stampa, piagnucolosi e deliranti, dove si finisce sempre con l'appello al Prefetto per porre fine ad un presidio pacifico di cittadini, estremamente ordinati e composti in ogni momento del giorno e della notte, accampando pretesti (oltretutto ripetuti per mancanza di episodi rilevanti) che sono frutto dell'arricchimento fantasioso di chi li stila.
Facciamo appello al Prefetto ed al Questore affinchè il Sindaco di Opera sia invitato ad un confronto civile con i suoi concittadini senza che continui a insultare la cittadinanza operese ed, in particolare, i consiglieri comunali di opposizione che appoggiano, essendo il dovere di ogni consigliere comunale, la civile protesta popolare.
Segnaliamo infine l'esposto ai Carabinieri, effettuato in data odierna dal Consigliere Ettore Fusco, in merito ad un'intervista rilasciata da una certa "Laura" che si dichiara stipendiata dal Comune di Opera per fare da intermediaria tra Rom e Amministrazione. La stessa dichiara, tra le molte invenzioni oggetto della denuncia, di aver ricevuto la richiesta da parte del Comune di non fare sapere di essere pagata, per quel che fa nel campo, dal Comune di Opera.
4 FEBBRAIO 2007: CI SI ORGANIZZA PER LE SCADENZE DELLA SETTIMANA
3 FEBBRAIO 2007: SI INAUGURA IL NEW ROM.PI.BAR. ANCORA FESTA E PIZZA PER TUTTI
2 FEBBRAIO 2007: ARRIVANO I WC AL PRESIDIO
- i cittadini di Opera che frequentano il presidio possono andare nel campo a fare i propri bisogni nei wc che dovrebbero usare i nomadi.
- i cittadini di Opera non contano assolutamente nulla per il Sindaco Alessandro Ramazzotti che considera anche i wc montati dai presidianti quale una dotazione dell'area circense i cui legittimi proprietari sono, nel pensiero del primo cittadino, esclusivamente i nomadi.
Probabilmente è la seconda quella giusta, vista la considerazione sin qui avuta da parte di Ramazzotti.
IL SINDACO SCRIVE AL PREFETTO:
Egregio Signor Prefetto, rivolgo a Lei questo pubblico appello perché in queste settimane, nelle vicende travagliate che hanno visto al centro il Comune di Opera, ho avuto modo di apprezzarne l’equilibrio e la fermezza.
Abbiamo stipulato un patto con le istituzioni del Comune e della Provincia di Milano per dare un alloggio temporaneo a trenta famiglie (in prevalenza donne e bambini) e conseguentemente, con la necessaria determinazione, ci siamo adoperati per applicarlo e farlo rispettare, garantendo legalità nella gestione del campo e sicurezza per i cittadini.
Oggi quell’accordo costituisce un’esperienza utile per il Comune di Milano nell’affrontare la difficile situazione di via Triboniano e credo che potrà essere di riferimento anche per altre città, visto che il tema dell’integrazione possibile delle comunità Rom è diventato ormai di rilevanza nazionale.
In questi giorni non facili l’Amministrazione di Opera ha lavorato per ricostruire un clima di serenità dopo l’incendio e le devastazioni della vigilia di Natale, confidando nell’impegno della Magistratura affinché coloro che si sono resi protagonisti di questi gravi episodi siano perseguiti e cercando di stemperare le tensioni e le divisioni fra quanti capiscono e condividono il valore di quest’atto umanitario, impegnandosi in iniziative positive di dialogo e di assistenza verso la comunità Rom, e coloro che non accettano questa presenza neanche per poche settimane e che hanno deciso di tenere un presidio permanente all’ingesso dell’area di accoglienza.
Pur trattandosi di una protesta che ha avuto sin dall’inizio carattere politico, animata dal protagonismo dei consiglieri della Lega e di Alleanza Nazionale, ritengo che sia giusto garantirla e che trovi spazio nelle vicinanze dell’area, non è però accettabile che, come avviene ora, riempia di striscioni la recinzione del campo e si sia trasformata in un bivacco che, di fatto, pretende di controllare l’accesso nell’area.
Un presidio, così organizzato, ha dato già luogo nei giorni scorsi a tensioni e proteste (alcune ragazze e ragazzi hanno sporto denuncia per insulti e intimidazioni) e rischia di trasmettere un’immagine distorta persino del prezioso lavoro delle Forze dell’Ordine, poiché i manifestanti rivendicano il loro ruolo fondamentale nel garantire la legalità nel campo controllandone l’accesso.Proprio in queste ore è stata costruita, fra l’altro, senza alcuna autorizzazione, una struttura in legno che dovrebbe servire da bar e, a ridosso del campo, sono stati installati due wc chimici, di cui mi sfugge la finalità visto che nel campo, insieme alle tende, abbiamo provveduto ad installare i servizi igienici.
Giunti a questo punto, considero questa situazione intollerabile.La correttezza che chiediamo a queste famiglie che, non dimentichiamo sono ospiti del Comune di Opera, non può essere disattesa da coloro che sino a qualche giorno fa l’avevano reclamata.
Chi pretende legalità dagli altri e giusto che sia il primo a rispettarla e a Noi, che rappresentiamo le Istituzioni, spetta il compito di garantirla nell’interesse di tutti, per questo mi permetto di rivolgermi a Lei affinché, data la sensibilità che sin qui ha manifestato e l’autorità che rappresenta, intervenga per porre fine a questa vergogna.
Distinti saluti
Il Sindaco di Opera, Alessandro Ramazzotti