IL SITO DEL PRESIDIO DI OPERA E' UNA CARICATURA DEI PROBLEMI LEGATI ALL'INTEGRAZIONE DEGLI IMMIGRATI NELLA SOCIETA' MODERNA.

SOTTO: LA STORIA DEL PRESIDIO DI OPERA, UN ANNO DOPO.

Dal 21 dicembre 2006 al 12 febbraio 2007 riassunta con gli articoli di giornale più significativi (spesso falsi) ed i comunicati stampa, per non dimenticare:

VERGOGNA, non possiamo permettere questo!

11 FEBBRAIO 2007: E' FINITA. IL CAMPO NOMADI DI OPERA RESTA DESERTO

Oggi, nonostante tutti i giornali riportino già lo sgombero da ieri, i rom lasciano il campo durante la giornata. Nel pomeriggio finisce il trasloco dei nomadi che lasciano una montagna incredibile di rifiuti ed abbandonano Opera.
La Polizia che già ieri aveva imposto un parziale smantellamento del baldacchino dei presidianti oggi impone agli stessi di abbandonare l'area subito dopo che i rom se ne sono andati.
Arriva molta polizia in tenuta antisommossa per fare sfollare gli ultimi irriducibili che chiedono solo di restare un giorno in più, giusto per assicurarsi che smantellino le tende e se le portino via.
La Polizia non ci sente e, con molto nervosismo, intima lo sgombero minacciando la carica e l'arrivo di ulteriori rinforzi in tenuta antisommossa.
Incredibile ma vero, i cittadini sono minacciati dalla Polizia.
Non crediamo che questa sia comunque la volontà del Questore ma semplicemente la scelta di difendere gli operesi che sono a rischio di assalti da parte dei centri sociali che ieri si organizzavano per il ritorno.
Non a caso tutti i giornali oggi titolavano come se il tutto fosse già finito. Rom andati via e presidianti a casa a festeggiare. Lo stesso baldacchino parzialmente smontato serviva per fare credere che oramai fosse tutto finito.
I rom infatti non sono andati via ieri ma oggi ed il baldacchino era ancora su con la sola insegna mancante ed alcuni pezzi smontati.
Siamo certi che la Questura abbia agito nell'interesse degli operesi anche quando si è permessa di ordinare l'allontamento da quell'area minacciando un intervento con la forza dopo avere schierato alcune decine di militari in tenuta antisommossa.
Questo ci mancava... dopo essere stati vittime di tutte le istituzioni, dei mass media, delle Forze dell'Ordine, dei nomadi, ci mancavano i centri sociali.
In due giorni siamo stati, prima bersaglio mancato grazie all'intervento della Polizia che durante la manifestazione di ieri è riuscita a bloccare i tentativi di carica da parte dei leoncavallini ai danni dei presidianti, e poi in pericolo per l'annunciato ritorno con una spedizione punitiva di cui la Digos era certamente informata ed ha allertato la Questura.
Almeno questi estremisti di sinistra, guidati da chi li ha chiamati tra cui con tutta evidenza l'Assessore di rifondazione comunista Matteo Armelloni che ha sempre istigato i suoi all'odio nei confronti di noi "professionisti della paura" ed altre sciocchezze simili, e poi ancora il Consigliere regionale Muhlbauer, l'On. Farina, il Consigliere provinciale Patta, tutti di rifondazione comunista, hanno contribuito ad aumentare il livello di tensione sociale al punto tale da provocare la chiusura anticipata del campo nomadi sancendone con questo atto la sua illegittimità sul territorio operese.
La guerra è finita. Il popolo operese ha vinto dimostrando le proprie ragioni.
La campagna mediatica vergognosamente falsa, e contro la gente, è quanto di più raccapricciante ricorderanno i cittadini operesi. Tra le falsità del Sindaco, e di tutta la sua squadra, e le menzogne raccontate dai giornali, dai politici, dai preti e da tutti gli interessati a gestire qualche vantaggio legato ai nomadi, qui a Opera si è vissuta una delle peggiori pagine della storia della comunicazione.
COMUNICATO STAMPA DEL PRESIDIO:
COMUNICATO STAMPA
Opera, 10 febbraio 2007
Finalmente si è arrivati alla conclusione della vicenda del campo rom provvisorio ad Opera. Si tratta di una vittoria dei cittadini sull'arroganza dell'Amministrazione operese che ha offerto un area del nostro comune, in modo superficiale, con il rischio che il campo divenisse, come tutti gli altri campi provvisori, un altro Triboniano.
I cittadini operesi dopo quasi due mesi di presidio fisso, giorno e notte, hanno ottenuto il massimo risultato possibile: le istituzioni hanno mantenuto le promesse fatte a seguito della protesta iniziale degli operesi culminate nel famoso incendio del 21 dicembre.
Un gesto, quello delle tende bruciate, deplorevole che ha segnato l'intera collettività operese che, intorno a questo evento, si è unita nella ribellione alle istituzioni ed in particolare alla Giunta Comunale ed al Sindaco Ramazzotti rei di una fastidiosa quanto offensiva arroganza che li ha condannati a finire anticipatamente il mandato amministrativo con l'obbligo morale di rassegnare al più presto le dimissioni davanti ad una cittadinanza che si è mobilitata, nella sua totalità, contro la scelta del Sindaco di insediare il campo rom e contro il Sindaco stesso ed i suoi uomini che lo hanno voluto difendere attaccando, in modo ignobile, i consiglieri di opposizione Ettore Fusco e Pino Pozzoli di Lega ed AN che si sono invece schierati con i cittadini del presidio organizzandone la protesta, le manifestazioni e le assemblee pubbliche.
Oggi l'ultimo episodio di questo osceno teatrino di un comitato d'affari che a tutti i costi voleva tenere ad Opera il campo nomadi: la manifestazione dei favorevoli al campo, circa duecento tra militanti di rifondazione e persone dei centri sociali (solo una quindicina gli operesi) ha espresso una chiara linea politica delineatasi con lo sventolio di bandiere rosse, della pace e della CGIL.
Adesso non resta che prendere atto di questa vittoria e demandare alle prossime settimane la ricerca delle responsabilità politiche sull'operazione che ha avuto, come risvolto positivo, la capacità di unire un'intero paese, per quasi due mesi, in difesa del proprio territorio.

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