IL SITO DEL PRESIDIO DI OPERA E' UNA CARICATURA DEI PROBLEMI LEGATI ALL'INTEGRAZIONE DEGLI IMMIGRATI NELLA SOCIETA' MODERNA.

SOTTO: LA STORIA DEL PRESIDIO DI OPERA, UN ANNO DOPO.

Dal 21 dicembre 2006 al 12 febbraio 2007 riassunta con gli articoli di giornale più significativi (spesso falsi) ed i comunicati stampa, per non dimenticare:

VERGOGNA, non possiamo permettere questo!

OPERA GAGIA. Figuraccia di Ramazzotti!

Piuttosto sorprendente il lavoro del regista del documentario sul presidio di Opera, Antonio Bocola (nella foto con l'Assessora provinciale alla cultura Daniela Benelli e due presidianti) che anzichè dipingere la protesta cittadina, durata due mesi, come l'atto di intolleranza razziale cui avevamo fatto l'abitudine ad essere accomunati leggendo i giornali ed ascoltando la televisione si è limitato a produrre una discreta testimonianza di un avvenimento che ha avuto un forte impatto sull'opinione pubblica nazionale ed un devastante riflesso sulla comunità operese. Un effetto, quello locale, che è già stato dimenticato dai protagonisti del presidio e non ha certo lasciato traccia se non nella stanchezza fisica recuperata in qualche settimana. Altrettanto non si può dire dei quattro gatti che hanno tentato di fare credere che Opera fosse divisa e che ancora oggi ci vengono a provocare con le scritte sui muri, con le incursioni nei nostri blog, con il saluto negato quando ci si incontra per la strada, con il tentativo di attaccar briga in occasioni come quella di ieri all'Oberdan, con volantini infamanti e chissà quanta altra propaganda sotto banco. La dice comunque lunga il fatto che questa parte di Opera, quella che voleva i rom ed insultava i presidianti, sia tutta rappresentata da chi qualcosa ci avrebbe guadagnato dalla loro presenza, vedi ad esempio i volontari pagati, i militanti di rifondazione comunista già pronti con le loro cooperative sociali, il parroco ed i suoi militanti pronti a ricevere i finanziamenti tramite la caritas, i politici del centrosinistra per difendere gli interessi cattocomunisti legati alla poltrona che occupano. Chiunque di noi invece può girare per il paese a testa alta e dire a chi non veniva al presidio per pigrizia ma si limitava a dire "Bravi ragazzi, fate bene. Se avessi tempo verrei pure io" che se ci fossimo stati tutti avremmo lottato di meno, vincendo prima la nostra battaglia, ed oggi nessun sindaco o assessore potrebbe ancora permettersi di girare liberamente per il paese raccontando di teste rasate venute da milano e saluti romani in consiglio comunale.

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